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Lombardia, il presidente Fontana contro il divieto di spostamento tra comuni: “Una cosa insensata”

“Non avremmo mai potuto accettare soluzioni di questo genere”, così il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, è tornato a parlare del divieto di uscire dal proprio comune per i giorni festivi di Natale, Santo Stefano e Capodanno imposto nel nuovo Dpcm. “Se i miei genitori abitano nel mio Comune posso andare a mangiare da loro – ha spiegato – se abitano a 500 metri ma in un altro Comune no. È insensato”
A cura di Chiara Ammendola
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Attilio Fontana (Lapresse)
Attilio Fontana (Lapresse)

Il governatore lombardo Attilio Fontana punta nuovamente il dito contro le norme contenute nell'ultimo Dpcm del governo che vieta gli spostamenti tra comuni nei giorni delle festività natalizie. Come già sottolinato nei giorni scorsi infatti il presidente della Lombardia ha definito la scelta dell'esecutivo insensata: "Non avremmo mai potuto accettare soluzioni di questo genere – ha spigato Fontana questa mattina ad Agenda su Sky Tg 24 – se i miei genitori abitano nel mio Comune posso andare a mangiare da loro. Se abitano a 500 metri ma in un altro Comune no. Mi si spieghi dal punto di vista sanitario la differenza".

Covid, le regole del governo nel nuovo Dpcm per Natale e Capodanno

Il nuovo Dpcm in vigore in tutta Italia dal 4 dicembre e fino al 15 gennaio 2021 contiene delle norme ad hoc per i giorni di Natale: nello specifico dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 ci sarà il "divieto di spostamenti tra regioni o province autonome diverse, indipendentemente dal rispettivo livello di rischio, salvo che non ricorrano comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute". Mentre "nei giorni 25 e 26 dicembre 2020 e 1° gennaio 2021, sono vietati, in un’ottica più restrittiva, che tiene conto della maggiore propensione alla mobilità, anche gli spostamenti tra comuni, restando ferme le stesse cause eccettuative".

La Lombardia non ha abbastanza vaccini perché i funzionari temono inchieste

Nel suo intervento il presidente Fontana è tornato anche sul tema dei vaccini antinfluenzali dopo le polemiche dei giorni scorsi e alla lettera inviata dal suo avvocato ai pm di Milano riguardo alla possibile trattativa privata da parte della centrale di acquisto della Regione per i vaccini antinfluenzali. Alle parole del governatore che avrebbe rivelato i timori dei funzionari regionali scaturiti con l'apertura dei fascicoli della procura sulla la vendita dei camici all'azienda del cognato, hanno risposto i magistrati spiegando che non impediscono l'attività dell'amministrazione.

Non chiedevo autorizzazione per gare ai pm, so che non impediscono attività

"Sono ben cosciente che i pm non impediscono nessun tipo di attività. Evidentemente la lettera è stata mal scritta o mal letta. Non chiedevo alcun tipo di autorizzazione alla Procura anche perché è illegittimo non è previsto dalle normative – la parole di Fontana – io sono convinto che avremmo potuto acquistare a trattativa perché personalmente sono stato nominato soggetto attuatore e ho trasferito questa mia possibilità alla società Aria. Quindi, il mio era un tentativo di dimostrare ai dipendenti di Aria che si poteva svolgere questa vendita a trattativa privata al punto che io lo dicevo alla magistratura, per dimostrare che non c'era nulla di opaco". "Io ero convinto che si potesse fare – ha continuato Fontana – i miei dipendenti avevano dei dubbi e io ho detto lo comunichiamo alla magistratura".

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