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Lombardia, il Cms: “La Regione ha bloccato i tamponi rapidi, potremmo farne migliaia al giorno”

Tamponi rapidi bloccati senza fornire una spiegazione. Tracciamento in tilt che potrebbe riprendere a funzionare e migliaia di test antigenici da effettuare anche a domicilio che non vedranno, almeno per il momento, la luce. Questa la denuncia dell’ad del Centro Medico Sant’Agostino Luca Foresti.
A cura di Filippo M. Capra
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Non si possono più prenotare i tamponi antigenici rapidi in Lombardia perché la Regione ne ha bloccato l'erogazione da parte di cliniche, centri medici privati e ambulatori. Questa la denuncia dell'amministratore delegato del Centro Medico Sant'Agostino Luca Foresti in un'intervista rilasciata all'Adnkronos.

Tamponi rapidi bloccati dalla Regione Lombardia: Potremmo farne migliaia al giorno

"Non ne capiamo il motivo, formalmente dicono che non possiamo fare il tampone rapido a singoli utenti", spiega l'ad aggiungendo che, forse, "la Lombardia vuole garantirsene l'esclusività" in virtù dell'acquisto di 1,2 milioni di dosi per le scuole. Prima del blocco, i tamponi rapidi erano venduti a 30 euro l'uno: il risultato si aveva nel giro di quindici minuti. Era (e sarebbe) l'unico modo per poter tenere un tracciamento degno del nome in un momento in cui non è più possibile farlo. "Questo va contro i cittadini", tuona ancora Foresti mentre spiega che "adesso Milano si trova senza questa opportunità e non capiamo come le Regioni, invece di chiedere aiuto ai privati, preferiscano bloccare attività come queste". Per il momento il Centro Medico Sant'Agostino, che si era premunito investendo per l'acquisizione delle dosi, ha fermi circa 10.000 test antigenici rapidi. "Potremmo farne migliaia al giorno e rifornirci continuamente", sottolinea anche Foresti che allude ad un'assenza di preoccupazione per gli aspetti economici, "ma piuttosto che questa burocrazia impedisca di salvare delle persone". Secondo quanto poi riportato dall'Adn, il Cms avrebbe provato ad avere un confronto con Ats e Regione Lombardia senza sbloccare la situazione. L'amarezza dell'ad Foresti aumenta perché, come da lui stesso spiegato, "potremmo farli anche a domicilio".

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