Lombardia, gli impianti sciistici non riapriranno fino al 5 marzo: dietrofront del ministro Speranza
Sembrava tutto pronto. Anzi, lo era. A poche ore dalla riapertura degli impianti sciistici in Lombardia e nel resto d'Italia, fissata inizialmente per domani, lunedì 15 febbraio, il ministro della Salute Roberto Speranza, confermato al suo posto dal neo presidente del Consiglio Mario Draghi, ha accolto la richiesta del dottor Ricciardi e del Comitato Tecnico Scientifico rimandando l'apertura al 5 marzo. Nulla da fare, quindi, per tutti i cittadini che erano pronti a partire alla volta delle montagne lombarde per trascorrere un po' di giorni tra la neve. Sconforto, invece, per tutti i gestori delle stazioni sciistiche che si erano affrettati per organizzarsi e farsi trovare pronti per l'arrivo dei turisti. Il ministro Roberto Speranza ha già firmato l'ordinanza che proroga la chiusura degli impianti sciistici fino al prossimo 5 marzo compreso.
L'ira di Fontana: Colpo gravissimo
"Una decisione dell'ultimo secondo che dà un ulteriore colpo gravissimo a un settore che stava faticosamente riavviando la propria macchina organizzativa". Ha commentato così il presidente della Lombardia Attilio Fontana l'alt alla riapertura del ministro Speranza. Il governatore ha aggiunto: "Ancora una volta si dimostra che il sistema delle decisioni di ‘settimana in settimana' è devastante sia per gli operatori, sia per i cittadini".
Le regole adottate dalla Lombardia
Il via libera era arrivato nella settimana appena conclusasi, con l'annuncio del presidente della Regione Attilio Fontana che aveva a sua volta firmato un'ordinanza per regolamentare gli accessi e il comportamento di clienti e gestori. Tra le altre direttive, i primi potevano accedere agli impianti sciistici solo previa prenotazione, mentre i secondi avrebbero dovuto limitare gli accessi, contingentandoli, fino a un massimo del 30 per cento della capienza totale. Tale percentuale saliva al 50 per cento in caso l'impianto disponesse di una sola stazione sciistica. Era poi stata organizzata anche la tutela sanitaria, con segnalazione alle Ats territoriali, pronte ad intervenire in caso di uno o più contagi. Nulla da fare, però: il ministro Speranza ha ceduto alle pressioni del Cts rimandando ogni riapertura di tre settimane.