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Lombardia, Gallera: “Vaccinazione anti Covid di massa da febbraio-marzo per tutti i cittadini”

“Stiamo già pensando a come organizzare una vaccinazione di massa da febbraio-marzo, per tutti i cittadini, probabilmente in maniera scaglionata”. Lo ha detto l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, che ieri ha presentato il piano regionale per la distribuzione delle dosi, che partirà da sanitari, Rsa e pazienti fragili.
A cura di Simone Gorla
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Immagine di repertorio
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La Lombardia si prepara a ricevere le dosi di vaccino anti Covid nei primi mesi del 2021 e sta studiando un piano di distribuzione che consenta l'immunizzazione prima delle categorie fragili e poi di tutti i cittadini.

Gallera: Organizzare vaccinazione di massa da febbraio-marzo

"Stiamo già pensando a come organizzare una vaccinazione di massa da febbraio-marzo, per tutti i cittadini, probabilmente in maniera scaglionata", ha spiegato l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, intervenendo su Rainews24. "Ci stiamo organizzando in stretta connessione con il governo, abbiamo individuato 66 luoghi dove verrà stoccato il vaccino – ha aggiunto – è chiaro che le prime dosi saranno per i sanitari e per le Rsa". La Regione sta "acquistando anche dei furgoni con dei frigoriferi interni per poter portare le dosi di vaccino nelle Rsa, per inocularlo agli ospiti e agli operatori".

Il piano della Regione Lombardia per il vaccino

Il piano di Regione Lombardia per l'arrivo dei vaccini contro il Covid-19, previsto per i primi mesi del prossimo anno, anche se al momento non c'è ancora stato il via libera dell'agenzia europea del farmaco. Stando a quanto riferito dallo stesso Gallera in Consiglio Regionale, è previsto un target di circa 260mila persone per le prime dosi di vaccino, tra sanitari del pubblico e del privato e ospiti delle Rsa. Distribuzione nelle sedi principali delle aziende sanitarie e Ircss pubblici. Somministrazione drive-through per il resto delle popolazione con l'arrivo di ulteriori dosi. Novanta freezer per la conservazione.

La prima ipotesi formulata prevede la distribuzione nelle sedi principali delle ASST (27) e gli IRCCS pubblici, "a cui eventualmente aggiungere qualche presidio per una migliore copertura territoriale, e nelle strutture private accreditate", ha detto l'assessore.

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