Lombardia Film commission, Salvini sui commercialisti vicini alla Lega arrestati: “Persone oneste”
"Siamo tranquillissimi". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha commentato la notizia dell'arresto dei tre commercialisti vicini al Carroccio e coinvolti nell'inchiesta sulla Lombardia film commission. Arturo Maria Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni sono da ieri pomeriggio agli arresti domiciliari (assieme a una quarta persona, Fabio Giuseppe Barbarossa, cognato di Scillieri) con le accuse a vario titolo di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte per la vicenda della compravendita a prezzo gonfiato di un capannone a Cormano, nel Milanese, da parte dell'ente (partecipato dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano) che si occupa della promozione dell'industria cinematografica lombarda.
Di Rubba (che all'epoca della compravendita nel mirino dei pubblici ministeri era presidente della Lombardia film commission), Manzoni e Scillieri erano già indagati dalla procura fin da luglio, quando era stato arrestata un'altra delle persone che sarebbero coinvolte nella vicenda: il 62enne Luca Sostegni, ritenuto il prestanome dei commercialisti coinvolti e bloccato mentre cercava di fuggire in Brasile.
Salvini: Conosco due degli arrestati, sono persone oneste
A indagare sulla presunta compravendita gonfiata sono il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e il pubblico ministero Stefano Civardi, che hanno ricostruito anche la destinazione degli 800mila euro, somma a cui il capannone di Cormano sarebbe stato acquistato dalla Film commission. Il dubbio è che il denaro incassato sia finito all’estero attraverso strutture societarie "complesse". Su questi presunti passaggi di denaro indaga anche la procura di Genova, la stessa che sta cercando i famosi 49 milioni della Lega. Salvini ha sempre negato qualsiasi collegamento tra il suo partito e la vicenda della Lombardia film commission, dicendo che i fondi della Lega "non c’entrano assolutamente niente" e affermando di non conoscere il presunto prestanome Sostegni. Dopo la svolta nelle indagini, con l'arresto dei tre commercialisti vicini al Carroccio, ha affermato: "Da anni cercano soldi in Russia, a San Marino, ma non ci sono. Conosco due delle tre persone arrestate, sono oneste e dubito che abbiano fatto qualcosa di sbagliato". L'ex ministro dell'Interno ha poi aggiunto di avere "piena fiducia nei pm".