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Lombardia, ecco il piano vaccini che Bertolaso ha presentato ai sindaci

Regione Lombardia ha presentato ai sindaci il piano per le vaccinazioni di Guido Bertolaso. Un documento di 42 pagine che illustra le linee generali del ‘piano vaccini anti Covid’. Informazioni, dati, molti grafici, schemi e progetti. Ma anche tante idee che restano sulla carta. E restano i problemi legati a dosi disponibili, personale e strutture.
A cura di Simone Gorla
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Regione Lombardia ha presentato ai sindaci il piano per le vaccinazioni di Guido Bertolaso. Un documento di 42 pagine che illustra le linee generali del ‘piano vaccini anti Covid'. All'appuntamento, cui hanno preso parte, con Anci e Upl, i sindaci dei comuni capoluogo e i presidenti delle province lombarde, erano presenti anche la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, l'assessore alla Protezione civile, Pietro Foroni, il direttore generale dell'assessorato al Welfare, Marco Trivelli, e lo stesso Bertolaso.

L'ex capo della protezione civile ha illustrato il progetto che ha definito "importante e per il quale è necessario il contributo di tutti, partendo proprio dai singoli territori e da chi, in ogni comune, può essere d'aiuto per raggiungere il traguardo finale".

Nelle slide portate dalla Regione agli amministratori si trovano molte delle informazioni già emerse finora, come il calendario vaccinale che prevede l'avvio per gli over 80 dal 18 febbraio (prenotazioni a partire dal 15 febbraio online, dal medico di base o in farmacia), ma anche molti grafici, schemi e progetti.

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Un piano che pare ancora molto "sulla carta" e con tante incognite: dalle dosi a disposizione (si inizia finalmente a fare conto sul vaccino di AstraZeneca) alle strutture da usare, fino al dilemma del personale necessario. C'è il problema dei medici di base – che però hanno detto di non essere stati avvertiti – e quello degli infermieri dopo gli allarmi dei sindacati sulla carenza cronica di professionisti.

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Nei piano è confluita anche la sperimentazione alla Fiera di Milano conclusa nello scorso weekend con la vaccinazione di 2.500 volontari in due giorni con un tempo medio di 3 minuti e mezzo per vaccino. Una performance che Regione Lombardia ha indicato come modello. Ma da più parti sono arrivate critiche. Sono soprattutto medici e infermieri a mostrare scetticismo rispetto alla reale possibilità di applicare questo modello al di là della sperimentazione. Il nodo, anche in questo caso, sarebbe quello del numero di persone necessario per operare "24 ore su 24 e 7 giorni su 7".

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Più dettagliato rispetto alle precedenti presentazioni il crono-programma delle fasi 1, 1 bis e ter e fase 2 della campagna. Dallo schema emerge che nelle settimane fino all'8 marzo saranno conclusi i richiami della fase 1 (sanitari, ospiti Rsa, lavoratori degli ospedali). Dalla settimana dell‘8 febbraio è partita la fase 1 bis (platea di 107mila persone tra professioni sanitarie, centri per disabili e altre categorie esposte). Dal 15 febbraio la fase ‘1 ter', come viene definita in questo documento la vaccinazione degli ultra ottantenni. Quindi l'avvio della fase due, la campagna di massa con priorità per le professioni a maggiore rischio di contagio (insegnanti, forze dell'ordine, dipendenti del trasporto pubblico).

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