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Lombardia, domani al via la battaglia sulla riforma della Sanità: dalle opposizioni 1900 emendamenti

Comincia domani la discussione in consiglio regionale della legge di revisione del sistema sanitario lombardo. Sono previste tre settimane di dibattito, dove le opposizioni presenteranno le loro proposte di modifica al testo per un totale di 4.600 ordini del giorno e 1.900 emendamenti in totale.
A cura di Simona Buscaglia
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Domani arriverà nell'aula di Palazzo Pirelli il testo della legge di revisione del sistema sanitario regionale. Tre settimane di discussione, dove le opposizioni presenteranno le loro proposte di modifica per un totale di 4600 ordini del giorno e 1900 emendamenti. Il partito democratico ha previsto 80 ore di intervento dove interverranno tutti i suoi quattordici consiglieri, attraverso 310 emendamenti, sostitutivi in larga parte agli articoli del progetto di legge firmato dalla vicepresidente e assessora al welfare regionale Letizia Moratti e dal governatore lombardo Attilio Fontana, oltre a 960 ordini del giorno di merito. Il Movimento Cinque Stelle dal canto suo ha annunciato che presenterà cinquemila atti per un totale di duecentocinquanta ore di interventi, sottolinenando come alcuni articoli del testo in discussione siano "in contrasto con la normativa nazionale – fanno sapere dal M5s – motivo per presenteremo diverse pregiudiziali di costituzionalità".

Le critiche delle opposizioni

Il capogruppo del Partito democratico Fabio Pizzul ha dichiarato dopo la conferenza delle opposizioni: "Il sistema sanitario lombardo non ha retto la prova del Covid, nonostante l’abnegazione la grande professionalità di medici e infermieri. Una modifica era necessaria ed è stata richiesta dal Governo con prescrizioni precise che la giunta regionale ha accolto solo in parte. Noi chiediamo un deciso rafforzamento della sanità territoriale, ma temiamo che la giunta regionale voglia fare ritocchi di facciata, pur di prendere i soldi del Pnrr, senza però aumentare davvero, riorganizzandoli, i servizi in favore dei cittadini". Massimo De Rosa, capogruppo M5s Lombardia ha aggiunto: "La riforma del Servizio Sanitario Regionale lombardo nasce dall’esigenza di correggere gli errori delle riforme Formigoni e Maroni. Un’impostazione che ha fatto da sfondo a ripetuti scandali e malaffare. Per il consigliere di +Europa Michele Usuelli ha ricordato che dopo "un testo che è piovuto in commissione sanità lo scorso 1 agosto, giorno di chiusura per un mese del Pirellone" ha "disertato pubblicamente, purtroppo da solo, la Commissione Sanità, svilita nel suo ruolo di discussione ed approfondimento", ribadendo l'importanza di un'opposizione compatta che deve "dimostrare di essere alternativa e all’altezza". La consigliera Elisabetta Strada (Lce) ha precisato la necessità che ci siano "stessi diritti e doveri alla sanità pubblica e privata, una vera integrazione del socio-sanitario e un ruolo attivo dei Comuni nella medicina territoriale". Niccolò Carretta (Azione) ha ribadito che il testo è: “Una riforma lontana dalle esigenze reali dei cittadini, che non modifica le storture del sistema e che, di fatto, recepisce le linee guida dell’Europa e del Governo".

I punti sollevati dai sindaci di centrosinistra

Molti dei punti critici sono stati sottolineati anche all'interno del documento, presentato oggi a Palazzo Marino, dei sindaci di centrosinistra dei capoluoghi lombardi in merito alla Riforma Sanitaria regionale. Per i primi cittadini Beppe Sala (Milano), Giorgio Gori (Bergamo), Emilio del Bono (Brescia), Mauro Gattinoni (Lecco), Gianluca Galimberti (Cremona), Davide Galimberti (Varese), Mattia Palazzi (Mantova), il primo punto su cui porre l'accento riguarda le case e gli ospedali di comunità che "sono una risposta alla carenza della medicina territoriale e come tali devono essere collocate laddove servono di più, condividendo queste scelte con chi conosce bene il territorio. E la regione Lombardia, al contrario di altre regioni, deve molto recuperare del tempo perso". Il focus si sposta poi sui contenuti delle case di comunità: "devono essere porte di accesso per i cittadini con problemi non gravi dalle 8 alle 20 di sera, così da non sovraccaricare i Pronto Soccorsi e devono essere luoghi in cui si costruisce in modo concreto la presa in carico socio- sanitaria dei cittadini – proseguono i sindaci – Oggi i medici dei pronto soccorso curano per il 70% persone con problemi non gravi, mentre in sala d’attesa occorre attendere per ore e ore. ". Per i primi cittadini servono quindi investimenti sulle assunzioni: "Nel 2025 la Lombardia rischia di avere un buco di 2mila medici, medici di medicina generale, la cui carenza è ormai un fatto conclamato, pediatri, rianimatori e medici di emergenza e urgenza, psichiatri. Per il potenziamento occorre una specifica programmazione e forme d’incentivazione". La riforma dovrebbe poi prevedere con maggior forza l’integrazione e un coordinamento tra l’ambito sanitario, sociosanitario e sociale, oltre a interventi sulle liste di attesa: "Regione deve intervenire sul sistema di prenotazione". Così come presentata, "la riforma propone un rapporto tra istituzioni sanitarie (Aast e Ats) decisamente non chiara anche con un coinvolgimento delle amministrazioni confusa".

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