Lombardia, cala la percentuale di pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva
Un altro calo, questa volta di due punti, nella percentuale di posti letto di Terapia intensiva occupati da pazienti Covid in Lombardia. E adesso la soglia di allerta, fissata al 30 per cento, è molto vicina. Un traguardo che potrebbe significare molto, sia perché significherebbe finalmente un minor numero di pazienti gravi a causa del virus, sia conseguentemente per quanto riguarda il livello di rischio generale della Lombardia: un elemento determinante per le future classificazioni della regione nelle varie zone a colori. Il bollettino di ieri, martedì 11 maggio, ha evidenziato un saldo negativo di 25 pazienti, tra nuovi ingressi, dimissioni, spostamenti in altri reparti e purtroppo anche decessi: sono 454 i pazienti attualmente ricoverati nelle Rianimazioni dei diversi ospedali lombardi. In percentuale, stando ai dati pubblicati dal sito di Agenas (l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) significa che la percentuale di posti letto in terapia intensiva occupata da pazienti Covid è scesa al 32 per cento, a soli due punti dalla soglia del 30 per cento fissata dal Decreto legge dello scorso 30 aprile 2020.
Rientrando sotto la soglia diminuirebbe la valutazione di impatto della pandemia
Finora il dato della "sofferenza" del sistema ospedaliero in Lombardia aveva determinato, per la regione, una valutazione di impatto alta nei consueti monitoraggi dell'Iss e della Cabina di regia del venerdì. E, di conseguenza, la Lombardia si era trovata classificata come regione "a rischio moderato". Se il dato relativo ai pazienti ricoverati in Terapia intensiva dovesse abbassarsi ulteriormente (quello relativo ai pazienti Covid ricoverati in area non critica è già da tempo sotto la soglia di guardia), la Lombardia si troverebbe in una situazione, sul fronte epidemiologico, decisamente migliore, capace anche di "assorbire" un eventuale aumento dei contagi (ritenuto plausibile da molti esperti come effetto delle riaperture del 26 aprile) senza il rischio di scivolare, dall'attuale zona gialla, in fascia arancione o, peggio, rossa. E le stime, in effetti, vanno proprio nella direzione di un'ulteriore discesa dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Stando a quanto pubblicato sempre dal sito di Agenas, entro il 17 maggio ci si attende un ulteriore calo dei ricoveri, che potrebbero toccare quota 375 e scendere dunque sotto quota 400.