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Lombardia al bivio: ecco perché la regione può rischiare di finire in zona arancione

La Lombardia entra nella terza settimana consecutiva in zona gialla con l’ansia di poter tornare in zona arancione a partire da lunedì 17 maggio. A preoccupare è l’indice Rt, in risalita da due settimane consecutive. Ma il parametro va letto assieme ad altri criteri che fotografano l’andamento della pandemia: vediamo qual è la situazione in Lombardia.
A cura di Francesco Loiacono
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La Lombardia è entrata nella terza settimana consecutiva in zona gialla: sette giorni che potrebbero rivelarsi importanti per il prossimo futuro di dieci milioni di lombardi. Venerdì 14 maggio ci sarà infatti, come di consueto, la Cabina di regia col monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità: verrà scattata la nuova fotografia dell'andamento della pandemia di Coronavirus in Italia, che per la prima volta terrà conto degli eventuali effetti delle aperture che vi sono state a partire dallo scorso 26 aprile. Anche la Lombardia ha beneficiato, da quella data, di tante piccole "libertà" ritrovate: dalla riapertura di cinema, teatri e musei al ritorno del servizio al tavolo nei bar e ristoranti fino alle 22, anche se solo all'aperto. E adesso la domanda che si fanno in tanti è: queste riaperture avranno influito sull'andamento dei contagi? E la Lombardia rischia di ritornare in zona arancione a partire dal prossimo lunedì 17 maggio?

Il nodo dell'indice Rt in risalita

Nonostante molti parametri relativi all'andamento della pandemia in Lombardia siano in lento miglioramento da settimane ve n'è uno, l'indice di contagio Rt calcolato sui casi sintomatici, che è in leggera risalita da due settimane, in Lombardia come altrove. La scorsa settimana in regione l'indice è arrivato a 0,92, come indicato nel report dell'Iss. È un valore ancora inferiore alla soglia di allerta fissata a 1: significa, sostanzialmente, che la pandemia è ancora in una fase di regressione, anche se diminuisce la velocità di questa "frenata". L'indice Rt e l'incidenza settimanale di nuovi casi positivi su 100mila abitanti sono due parametri che, in maniera quasi automatica, determinano lo slittamento di una regione in zona rossa. Ciò avviene se l'indice Rt è superiore a 1,25 (anche nel limite inferiore dell'intervallo) o se l'incidenza settimanale di nuovi casi positivi è superiore a 250. La zona arancione scatta invece, in teoria, con un indice Rt superiore a 1. Da solo, però, un indice di contagio superiore a 1 registrato nel monitoraggio del prossimo 14 maggio potrebbe non determinare in automatico il passaggio della Lombardia in zona arancione e cercheremo adesso di capire il perché.

Se l'indice Rt sarà inferiore a 1 la Lombardia resterà sicuramente gialla

Partiamo, per comodità, dalla prima ipotesi: se l'indice Rt della Lombardia si manterrà sotto l'1 e gli altri parametri dovessero rimanere gli stessi, inclusi l'incidenza inferiore a 250 (la scorsa settimana era a 114) e la classificazione di rischio moderato, la Lombardia resterà in zona gialla. Nel caso in cui l'indice Rt dovesse essere compreso tra 1 e 1,25 gli scenari potrebbero cambiare. Partiamo da una definizione: secondo il decreto legge del 14 gennaio 2021, n. 2, che ha introdotto tra l'altro le "zone bianche", sono "zone arancioni" le regioni "nei cui territori l'incidenza settimanale dei contagi è superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti e che si collocano in uno scenario di tipo 2, con un livello di rischio almeno moderato, nonché le regioni che, in presenza di un'analoga incidenza settimanale dei contagi, si collocano in uno scenario di tipo 1, con un livello di rischio alto".

Gli scenari e la matrice di attribuzione del rischio

Va spiegato dunque di quali scenari si parla e come fare a calcolare il rischio. Nel primo caso gli scenari, dipendenti dall'Rt, sono stati definiti ad agosto dal ministero della Salute nel documento "Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale". I quattro scenari sono i seguenti:

  • Scenario 1, situazione di trasmissione localizzata: Rt inferiore a 1;
  • Scenario 2, situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario: Rt tra 1 e 1,25;
  • Scenario 3, situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario: Rt tra 1,25 e 1,5;
  • Scenario 4, situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario: Rt superiore a 1,5.

Come si vede, dunque, anche in presenza di uno scenario di tipo 1 (Rt inferiore a 1), ma con livello di rischio alto e incidenza settimanale superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti potrebbe scattare la zona arancione. È dunque opportuno spiegare come calcolare il livello di rischio di una regione: per farlo si utilizza una tabella a matrice messa a punto dal ministero della Salute e dall'Iss e inserita nel Decreto del ministero della Salute del 30 aprile 2020.

La matrice di attribuzione del rischio
La matrice di attribuzione del rischio

La tabella si chiama "matrice dì attribuzione del rischio in base agli algoritmi di valutazione di probabilità ed impatto", e incrocia appunto il risultato di due diversi algoritmi: uno di valutazione di probabilità (che riguarda indicatori relativi alla trasmissione) e l'altro di impatto, che tiene conto tra i vari fattori anche dell'eventuale sovraccarico dei servizi sanitari. In Lombardia era già accaduto, a fine febbraio, che con un indice di contagio inferiore a 1 si finisse in zona arancione a causa di una valutazione di impatto alta e di una probabilità di diffusione moderata, che avevano determinato l'inserimento della regione nella fascia di rischio alto.

Con Rt superiore a 1 e rischio moderato la Lombardia rischia la zona arancione

Dall'analisi degli scenari e della matrice di attribuzione del rischio risulta evidente che se al prossimo monitoraggio l'indice Rt della Lombardia dovesse essere compreso tra 1 e 1,25 (Scenario 2) e il rischio complessivo dovesse restare moderato, per la regione si dovrebbe profilare il passaggio in zona arancione, che sarà in ogni caso ufficializzato solo mediante l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Per abbassare il livello di rischio serve agire sui due fattori: probabilità e impatto. Al momento la valutazione della prima è bassa, mentre la valutazione della seconda è alta: in Lombardia infatti il tasso di occupazione dei posti letto Covid in terapia intensiva è al 35 per cento (dati di ieri, 9 maggio), superiore di cinque punti rispetto alla soglia di guardia. Difficile ipotizzare in pochi giorni un crollo dei ricoverati in Rianimazione, anche se le proiezioni pubblicate da Agenas continuano a prevedere un calo nei prossimi giorni. Per scongiurare la zona arancione non resta dunque che confidare nell'indice Rt: mercoledì si potranno conoscere le prime stime a riguardo.

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