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Lombardia, 100mila vaccini antinfluenzali acquistati dalla Regione non avrebbero ok dell’Aifa

Centomila dosi di vaccini antinfluenzali acquistati dalla Regione Lombardia non avrebbero le necessarie certificazioni da parte dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, e sarebbero dunque inutilizzabili. Si tratta delle dosi acquistate dall’azienda cinese LifeOn nel corso dell’ultima gara indetta dalla centrale acquisti regionale. Il consigliere regionale del Pd Astuti: “Sarebbe l’ennesimo fatto grave in una vicenda in cui la Regione Lombardia ha dato il peggio di sé”.
A cura di Francesco Loiacono
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Sembra ormai una telenovela: il nuovo colpo di scena sui vaccini antinfluenzali in Lombardia riguarda la presunta mancanza di certificazione da parte dell'Aifa, l'Agenzia del farmaco italiano, per 100mila dosi acquistate dalla Regione grazie all'ultima gara indetta. La notizia è stata anticipata da "La7" e dall'agenzia di stampa Agi e riguarderebbe le dosi di vaccino prodotte dall'azienda farmaceutica cinese "LifeOn". La fornitura cinese è stata ammessa, ma mancherebbe delle necessarie certificazioni. E anche l'altra azienda che ha partecipato a quella che è stata la decima gara indetta da Aria – centrale acquisti della Lombardia – per acquistare le dosi di vaccino necessarie per la campagna antinfluenzale di quest'anno, avrebbe dei problemi e non di poco conto: l'azienda Falkem Swiss, che dovrebbe fornire 400mila dosi di antinfluenzale, non è riuscita a effettuare la registrazione prevista dall'Anac (Autorità nazionale anti corruzione) ed è dunque stata ammessa con riserva.

Il consigliere del Pd Astuti: Sarebbe l'ennesimo fatto grave

Durissimo il commento del consigliere regionale del Pd Samuele Astuti: "Apprendiamo da un servizio del Tg di La7 che 100mila dei 500mila vaccini dell’ultima gara effettuata in Lombardia, quelli forniti dalla società cinese Life On, non sarebbero riconosciuti dall’agenzia italiana del farmaco e che, di conseguenza, non sarebbero utilizzabili nel nostro Paese – ha dichiarato Astuti, capo delegazione dei dem nella Commissione sanità del Consiglio regionale in una nota -. Sarebbe l’ennesimo fatto grave in una vicenda in cui la Regione Lombardia ha dato il peggio di sé. L’assenza di quel quantitativo porterebbe la Regione vicinissima al limite inferiore della copertura delle categorie più fragili ed esposte, lasciando del tutto scoperte intere fasce di popolazione che, invece, sarebbe importante che si vaccinassero contro l’influenza, come raccomandato dal ministero della Salute e da tutti gli organismi competenti nella lotta al Sars-Cov-2".

Con l'ultimo mezzo milione di dosi di vaccino acquistate dalla Regione grazie alla decima gara, infatti, la Lombardia non sarebbe comunque riuscita a coprire interamente la fascia di popolazione a rischio. I cittadini lombardi a rischio (anziani, operatori sanitari, bambini) sono infatti 3 milioni e 874 mila persone, mentre le dosi acquistate da Regione Lombardia sono 2 milioni e 884mila, circa un milione in meno. Una scelta che la Regione ha giustificato ritenendo inverosimile, sulla base del tasso di vaccinazione dello scorso anno, riuscire a raggiungere tutti: "Quest’anno vaccinare il 60 per cento della popolazione a rischio sarebbe già un successo", aveva detto pochi giorni fa il direttore generale Welfare, Marco Trivelli, rispondendo a Fanpage.it in occasione della presentazione della campagna vaccinale antinfluenzale di quest'anno. C'è anche un altro problema che si profila sullo sfondo ed è relativo sempre all'ultima gara indetta: 400mila vaccini, quelli della Falkem Swiss, sono infatti stati acquistati a 26 euro a dose, un prezzo di cinque volte più alto rispetto allo scorso anno. Un aspetto sul quale la procura di Milano ha aperto un'inchiesta.

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