Locale milanese annulla concerto pro Ucraina, l’ira dei fan: “Avete le mani sporche di sangue”
Un concerto per raccogliere fondi in favore dell'Ucraina è stato annullato da un locale dell'hinterland milanese. Gli Zhadan and the Dogs, la band dello scrittore ucraino Serhiy Zhadan, avrebbero dovuto esibirsi lo scorso 2 settembre allo Slaughter Club di Paderno Dugnano, ma i gestori hanno ritirato la disponibilità della sala pochi giorni prima dell'evento.
Il rifiuto dei gestori
"Scusa ma è illegale nel nostro Paese fare un concerto per raccogliere fondi per la guerra. Ti ridiamo i soldi. Non ci possiamo fare niente, rischiamo di essere arrestati", hanno scritto i responsabili al frontman della band di Kharkiv. Pronta la replica di Zhadan: "Ma è un tour di solidarietà, non ci compreremo armi ma solo automobili". Nulla però è servito a far cambiare idea al locale e il concerto non è si è potuto tenere. La band si era già esibita regolarmente in Austria, Polonia, Slovacchia, Austria, Germania, Lituania, Lettonia ed Estonia.
Lo sfogo del leader degli Zhadan and the Dogs
Con un amaro sfogo su Facebook, il 31 agosto Zhadan ha annunciato al pubblico l'impossibilità di esibirsi: "Alcuni europei continuano a fare pacifismo con due pesi e due misure e credono sinceramente che, pur proteggendo la loro vita e il loro Paese, gli ucraini stiano violando alcune delle loro idee di pace e armonia – ha scritto sulla sua pagina –. Onestamente sono disgustato. Mentre gli ucraini mantengono il quadro dell'Europa libera, gli europei sono pigri e cercano di non entrare in politica".
Follower divisi sui social
La polemica si è così spostata sui social, dove i follower si sono divisi tra i sostenitori della linea dura voluta dai gestori e chi avrebbe voluto che il concerto si tenesse. Sulla pagina Instagram del locale sono centinaia i messaggi che accusano il club di tenere posizioni filo-russe. "Un locale da non frequentare, hanno le mani sporche di sangue", si legge in un commento. E ancora: "Pupazzi della Russia", scrive un altro utente.
Su Facebook, invece, la discussione ruota intorno al possibile finanziamento dell'esercito ucraino, con la maggior parte degli utenti schierata a favore della decisione dei gestori. "Non c'è nulla da spiegare, se un gruppo dichiara apertamente di voler finanziare una guerra, qualsiasi sia il suo schieramento e la sua appartenenza, non va in alcun modo appoggiato", si legge sotto il post che annuncia l'annullamento del concerto. Altri utenti scrivono: "Il tempio della musica non deve contaminarsi con l'estremismo politico militarista, italiano o straniero che sia".