Brescia, esposto anonimo contro Fidanza: dubbi sull’assunzione del figlio di un ex consigliere FdI
Non solo Milano. Anche in altre realtà locali della Lombardia alcuni esponenti politici hanno sollevato dubbi sul rapporto tra consigliere o ex consiglieri e alcuni protagonisti dell'inchiesta Lobby Nera. Primo tra tutti Carlo Fidanza, europarlamentare di Fratelli d'Italia che si è autosospeso dopo che Fanpage ha svelato il suo legame con Roberto Jonghi Lavarini, ovvero il "barone nero" dell'estrema destra milanese. Ora è Brescia a cercare risposte sul ruolo di Fidanza: nelle Procure delle due città milanesi – stando a quanto riportano i giornali locali – è stato presentato un esposto anonimo in cui si invitano i magistrati a indagare sulle cause delle dimissioni da consigliere del Comune di Brescia di Giovanni Acri, nonché l'unico eletto di Fratelli d'Italia in Consiglio. La realtà bresciana però non rientra nell'inchiesta Lobby Nera di Fanpage
Gli stretti rapporti tra consiglieri bresciani e Fidanza
Ad allertare chi ha firmato l'esposto non sono tanto le dimissioni del consigliere quanto alcuni particolari legati al suo addio in Consiglio Comunale: nell'esposto infatti si sottolinea che al posto di Acri è subentrato Giangiacomo Calovini perché primo dei non eletti. Ma chi è Calovini? Sempre secondo quanto riporta BresciaOggi e Il Giornale di Brescia, si tratta del portavoce del senatore e coordinatore provinciale del partito di Giorgia Meloni Gianpietro Maffoni. Maffoni sarebbe in stretti rapporti con Fidanza: il primo sarebbe il responsabile della scuola politica voluta dal secondo a Bruxelles. E ancora, il campanello d'allarme sarebbe da cercare tra le opportunità politiche che questo cambio in Comune ha portato alla famiglia Acri: il figlio infatti, dopo le dimissioni del padre, è stato assunto come assistente locale nella segreteria politica dell'europarlamentare Fidanza. Nessun esponente dell'opposizione infatti ha mai creduto alla versione dell'addio per motivi personali. Così è stato chiesto alla Procura di chiarire se alla base delle dimissioni ci sia un accordo politico regolare. Tutti i protagonisti bresciani nominati nell'esposto si sono detti estranei ai fatti.