Lo stupratore della giovane mamma a Cascina Gobba: “Da lui scarsa considerazione per le donne e insulti”
Haitham Mahmoud Abdelshafi Ahmed Masoud, il 31 anni condannato a sei anni e sei mesi di carcere per aver violentato una ragazza di 25 anni a Cascina Gobba, alla periferia di Milano, non ha mostrato alcun segno di pentimento per quanto ha fatto. Lo scrive il giudice per l'udienza preliminare Tommaso Perna, che nelle motivazioni della sentenza di condanna aggiunge che il 31enne ha anzi ribadito "la sua scarsissima considerazione per l'essere femminile" e ha pronunciato altre frasi offensive contro la vittima, arrivando anche a sostenere che quello con la ragazza fosse un "rapporto consensuale".
Il terribile racconto della vittima
L'assurdità di tale affermazione appare evidente se rapportata al racconto – poi cristallizzato anche dalla sentenza di primo grado – di quanto avvenuto lo scorso 9 agosto: il 31enne seguì la sua vittima non appena scesi dalla metro alla fermata di Cascina Gobba e, in un'area di cantiere, l'aggredì alle spalle spingendola poi verso un canale di scolo, dove consumò lo stupro. "Ho pensato alle mie bambine, ho avuto paura che non sarei mai più uscita viva da quel buco", ha poi raccontato la vittima, che ha dichiarato di avere "paura degli uomini" da allora.
Le "modalità particolarmente violente" dello stupro sono state riconosciute dai giudici, ma non sono bastate per infliggere al 31enne una condanna più pesante. Il pubblico ministero aveva infatti chiesto otto anni di carcere per violenza sessuale aggravata dai futili motivi e dalla "minorata difesa" da parte della vittima, ma l'aggravante è stata esclusa dal giudice, che però non ha concesso nemmeno le attenuanti. Nei confronti del 31enne è stata disposta anche la libertà vigilata per tre anni una volta che l'uomo avrà espiato la sua pena: una misura di sicurezza giustificata dalla pericolosità sociale del 31enne.