“Lo Stato ha permesso ad Antonio Di Fazio di violentare altre donne dopo di me”: l’ex moglie a Fanpage.it
"La mia vita è stata stravolta dai gravissimi reati che ho subìto, nell’indifferenza di tutti". Per la prima volta e in esclusiva a Fanpage.it parla l'ex moglie di Antonio Di Fazio condannato in secondo grado a nove anni di carcere per violenza sessuale nei confronti di cinque ragazze. Le indagini nei suoi confronti sono scattate nel 2021 quando una studentessa, vittima dell'uomo, ha denunciato tutto. L'ex moglie di Antonio Di Fazio in passato aveva già denunciato 13 volte ma non è mai stata ascoltata. Ora le sue denunce sono troppo vecchie e i reati che ha subito dall'ex marito sono caduti in prescrizione.
L'ex moglie di Antonio Di Fazio in esclusiva a Fanpage.it
Non ci sarà nessuna giustizia in Tribunale se non qualche riga nella sentenza che metta nero su bianco che Antonio Di Fazio ha violentato e tentato di uccidere (derubricato in lesioni pluriaggravate) la sua ex moglie e madre di suo figlio. L'ex moglie del manager farmaceutico potrà quindi contare solo su una "giustizia morale": dopo anni dalle sue denunce è stata ascoltata e la magistratura ha ritenuto credibili i maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale con narcotizzazione e tentato omicidio. Ma ci sono voluti anni per concludersi poi con un nulla di fatto dal momento che lei è ritenuta sì la vittima di reati, ma ora tutti caduti in prescrizione.
"La mia vita è stata stravolta dai gravissimi reati che ho subìto, nell’indifferenza di tutti. Questa sentenza non mi prende proprio in considerazione. Sono indignata per la mancanza di giustizia, perché tutte le mie richieste di aiuto, di tutela e protezione per me e mio figlio sono state ignorate. Oggi mi viene detto, dopo che è stata accertata la veridicità di tutto quello che ho raccontato, che tutto è tardivo ed è caduto in prescrizione", dichiara la donna a Fanpage.it.
"In Italia – continua la donna – non viene dato il giusto peso alla violenza domestica, le mie 13 denunce dal 2009 al 2016 erano state tutte ignorate ed io non ero stata mai ascoltata, non era stata fatta un’indagine, finché non c’è stata la giovane vittima, che tra l’altro ringrazio per il suo coraggio di denunciare e condividere la sua storia". Per Di Fazio, infatti, le manette sono scattate nel maggio del 2021 quando una studentessa dell'università Bocconi lo ha denunciato per averla narcotizzata e violentata dopo averla attirata nel suo appartamento con la scusa di uno stage. Mentre la moglie aveva già denunciato una prima volta nel 2009 e successivamente nel 2014, ma entrambe le volte non era stata creduta.
"È indegno – commenta la donna a Fanpage.it – che ci siano state almeno altre 5 vittime, dopo di me, perché il sistema non ha riconosciuto l’abuso. Hanno più volte scaricato tutto come se fosse "conflittualità in coppia" nonostante fossimo separati. Ero costantemente pedinata e tormentata per anni".
Ma non solo: Di Fazio avrebbe anche tentato di uccidere l'ex moglie, anche se poi il reato è stato derubricato in lesioni. "Nel 2014 sono sopravvissuta ad una grave aggressione e nessuno ha fatto indagini. Ho cercato di andare avanti con la mia vita, ma sempre con la paura che un giorno lui mi avrebbe uccisa. Non potevo distanziarmi perché c’era nostro figlio e il Tribunale civile mi aveva costretta all'affidamento condiviso. A distanza di 7 anni, hanno arrestato il mio ex-marito anche per tentato omicidio e poi al processo il giudice ha cambiato l’accusa dicendo che si trattava di lesioni pluriaggravate e anche questo reato è andato prescritto".
"Credo che lo Stato debba rispondere a tutte noi, perché a lui è stato permesso di continuare a usare violenza contro le donne per tutti questi anni. Nonostante la stampa e il Parlamento invochino restrizioni per garantire le donne ed eliminare la violenza, si assiste alla minimizzazione dei fatti da parte dei magistrati, che crea una gravissima sfiducia nelle donne e nei cittadini tutti", conclude la donna prima di lanciare un appello.
"Mi rivolgo soprattutto alla Presidente del Consiglio che è donna e alla senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione del Senato sul femminicidio e la violenza di genere, perché intervengano, perché sia valutata la mia vicenda e siano valutate meglio le richieste di aiuto delle numerose donne che chiedono di essere protette".