“Lo scontro fra Moratti e Fontana è una pagliacciata che danneggia la Lombardia”: l’affondo di Di Marco (M5S)
"Quella che sta andando in scena è una pagliacciata indegna. Da un lato c'è la vicepresidente di Regione Lombardia che a favore di telecamere ha palesemente sfiduciato il suo presidente, dall'altro il presidente che ha candidamente parlato di un rapporto di fiducia ormai incrinato. Di fatto, però, nessuno dei due contendenti ha il coraggio di andare fino in fondo".
Sono le parole di Nicola Di Marco, consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Lombardia, a proposito dello scontro tra Attilio Fontana e Letizia Moratti, rispettivamente numero uno e numero due della Regione. Un conflitto ormai ad armi spiegate, dopo mesi e mesi di guerra fredda e simulato fair play.
"Un continuo logorio tutto interno alla Giunta. Un vero e proprio caos, che sta costando caro in termini di efficienza della macchina regionale".
E come mai nessuno ha il coraggio di andare fino in fondo?
Lei mette in campo tutte le sue aspirazioni, si sta impegnando per mettere a frutto il lavoro dei mesi precedenti. Per quanto riguarda Fontana, sappiamo tutti come non sia ben visto dalla coalizione. Con l'indebolimento di Matteo Salvini, poi, la questione si complica. Fontana, per la Lega, in questo disastro diventa una scialuppa di salvataggio a cui aggrapparsi.
È per questo che il centrodestra tace?
Non interviene nessuno dall'alto perché penso che i leader nazionali non abbiano piena fiducia in Attilio Fontana, e dunque non vogliano ancora esprimersi sulla partita della Lombardia. Quel che è certo ed evidente, però, è che il centrodestra è imploso. Non è più in grado di guidare la Lombardia. È indebolito.
Adesso quindi che succede?
Noi abbiamo depositato giusto oggi una lettera in cui chiediamo che il presidente venga a riferire. Non è accettabile che sui media si parli in determinati toni, e poi in aula non vi siano conseguenze. Insomma: il presidente Fontana ci venga a spiegare cosa sta succedendo. È importante iniziare un serio dibattito sulla situazione attuale. La Lombardia non può andare avanti in questo modo.
Se Fontana dovesse dimettersi, il Movimento 5 Stelle entrerà in coalizione con il Partito Democratico?
Abbiamo condiviso tavoli tematici e alcune sensibilità comuni, ma non possiamo dimenticare quello che è successo a luglio, quando il Pd ha abbracciato l'agenda Draghi. Quando arriverà il momento di discutere terremo l'asticella molto più alta: per noi ci sono condizioni programmatiche su cui non si può mediare, come la transizione ecologica o i temi sociali. Così come dipenderà dagli altri gruppi politici che il centrosinistra vorrà eventualmente includere nel percorso. Al momento quindi non entriamo nella contrapposizione sì o no. Ma come gruppo regionale, in ogni caso, siamo in linea con il nostro presidente Giuseppe Conte.