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Lo pneumologo Richeldi: “L’assembramento per la festa scudetto dell’Inter non ha avuto ricadute”

L’assembramento dei tifosi a Milano per festeggiare lo scudetto dell’Inter “non ha avuto ricadute, anche perché siamo in una fase di calo dell’epidemia”. A dirlo nel corso della trasmissione Agorà su Rai 3 è stato il primario di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma, Luca Richeldi. Dalle scene dei tifosi assembrati in piazza Duomo e altre strade di Milano sono passate quasi tre settimane.
A cura di Francesco Loiacono
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Dopo l'assembramento di tifosi per la festa scudetto dell'Inter di tre settimane fa non c'è stata nessuna ricaduta sui contagi da Coronavirus. A ribadirlo, dopo che sulla vicenda si era espresso anche l'epidemiologo Cesare Cislaghi, è stato il primario di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma, Luca Richeldi: "Non ha avuto ricadute. Anche perché siamo in una fase di calo dell'epidemia", ha detto il primario intervenendo alla trasmissione "Agorà" su Rai3. Dalle scene dei tifosi nerazzurri che invasero piazza Duomo e altre strade e piazze di Milano sono ormai passate quasi tre settimane: era infatti il 2 maggio quando, il pareggio dell'Atalanta contro il Sassuolo, consegnò all'Inter la certezza matematica del 19esimo scudetto della sua storia.

Dopo la festa scudetto in tanti avevano espresso preoccupazione

Dopo gli assembramenti di tifosi, diversi senza mascherine e col distanziamento sociale praticamente saltato, in tanti tra gli esperti espressero preoccupazioni per un eventuale aumento dei contagi: "Un po' c'è da preoccuparsi, non è stato entusiasmante quello che abbiamo visto – aveva detto il virologo Fabrizio Pregliasco a Fanpage.it -. È stata un'esposizione gratuita in un momento come questo in cui ogni contatto è da considerarsi a rischio". Alcuni, come il professor Massimo Galli, avevano aggiunto che il probabile aumento dei contagi ci sarebbe stato non solo per la festa scudetto dell'Inter, quanto per tutte le graduali riaperture che ci sono state a partire dal 26 aprile.

Ieri i tifosi sono tornati allo stadio

Eppure, al momento segnali di una ripresa dei contagi non ci sono: in tutta Italia, e anche in Lombardia, rallenta la velocità di trasmissione del virus e soprattutto diminuiscono i pazienti ricoverati in ospedale e in terapia intensiva e anche i decessi. E ieri proprio un altro evento legato al calcio, la finale di Coppa Italia tra Atalanta e Juventus, ha segnato un ulteriore passo avanti verso il ritorno a una graduale normalità: al Mapei stadium di Reggio Emilia, difatti, circa quattromila tifosi sono tornati allo stadio. "Una buona formula, già testata in altri Paesi – ha commentato lo pneumologo Richeldi ad Agorà – si tratta di un passaggio piccolo ma molto significativo, niente a che vedere con quel drammatico Atalanta-Valencia che probabilmente ebbe una pesante responsabilità nella diffusione del contagio in quella provincia ma un segnale incoraggiante di ripartenza dopo tanti mesi".

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