“Lo lascio, andrò avanti sola con mio figlio”: l’ultimo audio di Giulia Tramontano prima di essere uccisa
Giulia Tramontano voleva lasciare Alessandro Impagnatiello dopo aver scoperto i tradimenti del compagno. Il 27 maggio, poche ore prima di essere stata accoltellata a morte dall'uomo, ha incontrato l'amante di Impagnatiello e dopo quell'incontro ha mandato un messaggio audio a un'amica in cui Giulia sembrava certa: "Io lo lascio. Andrò avanti con mio figlio". Da qui l'incontro in casa con il compagno in cui Giulia lo avrebbe affrontato fino a lasciarlo. In quel loro ultimo incontro Alessandro Impagnatiello ha impugnato il coltello e ha colpito la compagna 37 volte. Poi avrebbe cercato di bruciarne il cadavere nella vasca da bagno e in garage e infine ha avvolto il corpo in un sacco dei rifiuti e gettato tra le sterpaglie a poche centinaia di metri da casa.
I messaggi audio di Giulia verranno ascoltati in aula durante la seconda udienza del processo iniziato ieri giovedì 18 gennaio. Tra le prove infatti in mano all'accusa, la pm Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella, c'è quell'audio della ragazza in cui esprime la sua volontà di andare avanti e di farsi una vita, lei e il suo futuro bambino. L'amica aveva già raccontato ai carabinieri che Alessandro Impagnatiello aveva rovinato la vita a Giulia che era pronta a lasciare tutto e a rinunciare a tutti i sacrifici fatti e ritornare a casa. L'accusa procederà con il processo davanti alla Corte d'Assise presentando 33 persone a testimoniare, 15 supporti informatici, 35 documenti. Presenteranno tutto: dalle immagini delle telecamere di video sorveglianza del giorno dell'omicidio, quelli prima e quelli dopo, e le chat che Giulia si è scambiata con l'amica e con la madre.
Tra quest'ultime rientrerebbero anche i messaggi che Giulia ha mandato all'imputato pochi giorni prima l'omicidio. La ragazza aveva provato a lasciarlo: "Non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità. Basta, accetta la mia decisione. Non voglio più stare al fianco della persona sbagliata". Il 25 maggio, ovvero due giorni prima l'omicidio, aveva scritto all'ex compagno: "Non voglio più che tu sia il mio compagno, così da non aspettarmi più nulla e trovare la mia pace. Condividiamo una casa finché sarà necessario". E ancora: "Io non voglio più combattere e vivere una vita non soddisfatta al fianco della persona sbagliata". Quel 27 maggio doveva essere l'ultimo incontro: Impagnatiello l'ha uccisa con 37 coltellate.
Ma, secondo l'accusa, è stato l'ultimo atto di un piano studiato: i giorni prima avrebbe provato ad avvelenarla con veleno per topi. I risultati dagli esami confermerebbero però quanto sostenuto dagli inquirenti: questi sarebbero stati confermati anche da alcuni messaggi che negli ultimi mesi Giulia inviava alle amiche e ai familiari. Scriveva di sentirsi "come drogata". Alla madre una volta ha spiegato che l'acqua che beveva sembrava sapesse di ammoniaca, la mamma così le ha subito suggerito di buttarla.
Ora la prossima udienza è fissata per il prossimo 7 marzo dove la madre e la sorella saranno chiamate a testimoniare insieme all'altra donna con cui Impagnatiello aveva iniziato una relazione. Come durante la scorsa udienza l'imputato potrà presentarsi a processo: ieri giovedì 18 gennaio ha preso parola per chiedere scusa alla famiglia di Giulia presenti in aula che appena lui ha iniziato a parlare è uscita dall'aula. "Puoi chiedere scusa se hai urtato per sbaglio lo specchietto della macchina, non se hai avvelenato e ucciso mia sorella e mio nipote", ha scritto poche ore dopo sui social la sorella di Giulia, Chiara.