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Omicidio di Giulia Tramontano

Processo per il femminicidio di Giulia Tramontano, disposta la perizia psichiatrica per Impagnatiello: “Non sono pazzo”

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Lunedì 10 giugno 2024 si è tenuta l'udienza del processo contro Alessandro Impagnatiello per l'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano avvenuto il 27 maggio 2023. All'epoca dei fatti la donna era incinta di 7 mesi del figlio di Impagnatiello. In aula si è tenuto l‘interrogatorio di Alessandro Impagnatiello al termine del quale ha rilasciato anche una dichiarazione spontanea. In questa udienza la parola è andata alla difesa: sono stati sentiti i consulenti della difesa, ovvero lo psichiatra Raniero Rossetti e la psicologa Silvana Branciforti, così come i consulenti designati dagli avvocati dei Tramontano, gli psichiatri Salvatore De Feo e Diana Galletta. Al termine dell'udienza la Corte d'Assise di Milano ha disposto la perizia psichiatrica su Alessandro Impagnatiello, 31 anni.

"Quando in carcere davanti alla tv ho appreso di aver dato 37 coltellate ho provato a mimare il gesto con la mano e tuttora non riesco a capacitarmene. È soffocante", ha detto lo stesso Impagnatiello.

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16:27

Prossima udienza prevista per il 27 giugno

Al termine del dibattimento di oggi lunedì 10 giugno, è stata fissata la data della prossima udienza del processo che vede al centro Alessandro Impagnatiello, ex barman 31enne che nel maggio 2023 ha ucciso a coltellate la propria compagna incinta: si terrà il prossimo giovedì 27 giugno. In questa data verranno stabiliti i consulenti incaricati di redigere la perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'Assise.

A cura di Francesca Del Boca
16:05

La Corte dispone la perizia psichiatrica su Alessandro Impagnatiello

La Corte d'Assise di Milano, alla fine dell'udienza e delle testimonianze dei consulenti, ha disposto la perizia psichiatrica nei confronti dell'imputato. I giudici si sono riservati di nominare i periti e hanno rinviato alla prossima udienza del 27 giugno per l'assegnazione dell'incarico.

A cura di Francesca Del Boca
15:14

I consulenti della famiglia Tramontano: "Impagnatiello non ha disturbi, è la banalità del male"

In aula hanno preso la parola anche i consulenti della famiglia Tramontano, gli psichiatri Diana Galletta e Salvatore De Feo, che hanno confutato le conclusioni della dottoressa Silvana Branciforti, nominata dai legali della difesa. "Non esistono aspetti paranoidi, anche per i comportamenti. Mancano delirio e allucinazioni", le loro parole. "Il delirio comporta una assenza di cognizione che pare non sia mai venuta meno nella preparazione dell’omicidio e nel post. Ritengo che non ci sia nemmeno un disturbo di personalità borderline, per cui ancora mancano gli aspetti clinici".

E ancora. "Al momento della commissione del fatto emerge lucidità e sistematicità nello svolgere anche successivamente ciò che è stato fatto. C’è oggi una tendenza a psichiatrizzare qualora ci siano comportamenti violenti. Quando un omicidio scatena forte emotività e riprovazione ne seguono reazioni di difesa sociali: non può essere che un malato di mente. E questo è ingiusto per i veri malati di mente. Uno studio statunitense ha dimostrato che solo il 2-3 per cento degli omicidi sono perpetrati da malati di mente. Nella maggior parte dei casi sono determinati da pulsioni ed emozioni: è la banalità del male".

"L’imputato, in questi mesi, ha messo in atto tutta una serie di comportamenti logici. Ha avuto progettualità, fatto ricerche online, ha somministrato il veleno e nelle fasi immediatamente antecedenti l’omicidio ha addirittura preparato la scena del crimine", la testimonianza dello psichiatra De Feo. E poi, a proposito della consulenza redatta dalla difesa. "Non si è mai visto un disturbo di personalità che si sviluppa a 30 anni senza che fossero emersi prima tratti come quelli paranoidei e ossessivi".

A cura di Francesca Del Boca
14:25

Perché secondo lo psichiatra e la psicologa Alessandro Impagnatiello ha ucciso Giulia Tramontano

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Durante l'udienza di oggi sono stati interrogati i consulenti della difesa, ovvero lo psichiatra Raniero Rossetti e la psicologa Silvana Branciforti.

La pm Alessia Menegazzo ha chiesto allo psichiatra Rossetti: "Parlando di “Giulia cattiva”, che viene vista come ostacolo. Allora perché non uccidere anche A, visto che è stata lei a scoprire le carte? O quanto meno non tutte e due?". Il medico ha risposto: "Può essere perché con giulia c’era un rapporto consolidato e poi era incinta. L’ostacolo era forse più il nascituro".

E ancora la pm: "Anche la somministrazione del veleno faceva parte del piano criminoso?". E lo psichiatra: "Lascerei dirlo ai tossicologi, ma questa somministrazione può rientrare in un lucido piano criminoso".

La pm: "Perché secondo lei Impagnatiello ha riferito a A che Giulia aveva un disturbo bipolare e la depressione?". Lo psichiatra: "Fa parte di una strategia non particolarmente felice, c’è un po’ il bugiardo patologico. Non credo che lui abbia progettato per mesi di uccidere Giulia, raccontando questa bugia per dare una ragione alla sua sparizione. Credo che sia tornato a casa dopo la rivelazione e l’abbia uccisa in seguito alla ferita narcisistica. A un certo punto il nascituro rappresentava per lui una variabile che non poteva controllare e per tanto voleva eliminare lui, non Giulia. Questo prima che Giulia e A parlassero". E precisa: "Non era tanto per motivi economici quanto per motivi di equilibrio psicologico suo, non poteva avere tutto sotto controllo".

La pm: "Allora perché impedisce a Giulia di abortire?". Il medico: "Siamo davanti a una personalità in cui le menzogne a scopo utilitaristico sono all’ordine del giorno. Lasciare Giulia a crescere il bambino e interrompere la relazione era ‘troppo normale per lui'".

La psicologa Branciforti ha ripreso parola precisando che: "Io ho ipotizzato che ci fosse una rabbia pregressa che si è attivata quando ha iniziato a mentire con le due donne. Questo stato di menzogna gli creava ansia e stress. Lo stesso gesto omicidiario ne è il culmine.

La pm: "Nella consulenza viene riportata l’espressione di Impagnatiello ‘ero in tilt, mi sono sentito avvolto in uno strato di insensata follia, non ero completamente in me'. Che significato date a questo stato?". La psicologa Branciforti: "Spiega una disfunzione rispetto al comportamento abituale, non riesce a comportarsi più come si comportava di solito".

Ribatte la pm: "Ma ha mandato messaggi fingendosi Giulia, il giorno dopo è andato a lavorare. Quanto è durato questo “tilt”? Lo psichiatra Raniero Rossetti: "Rispetto allo psico trauma ricevuto ha agito la psicopatologia, poi con l’atto omiciduario si è come liberato dal trauma, ha sfogato una pulsione patologica".

A interrogare i teste è stato anche l'avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti: "Quando si fa un test psico diagnostico come quello somministrato a Impagnatiello, lei ha la necessità di confrontare le risposte dell’imputato con dati oggettivi reali?". La psicologa Branciforti: "Per me la parte esterna è data dai parametri scientifici. Impagnatiello mi aveva detto di essere molto depresso e di volersi suicidare, io non ho dato peso alla questione, perché dai test diagnostici emergeva altro. Io sono psicologa e non investigatore o avvocato, mi interessa il funzionamento della mente. Quando sono andata in carcere, ho individuato che non era autentico quello che mi raccontava, perché diceva esattamente le stesse cose che leggevo sui giornali".

L'avvocato Cacciapuoti chiede allo psichiatra: "Concretamente da quali fatti storici ha realizzato il tratto paranoideo?". E lui risponde: "Nel momento in cui viene scoperto identifica la vittima come fonte della sua ferita".

Interviene anche il presidente della Corte: "È corretto dire che i tratti paranoidei e ossessivo compulsivi, al contrario di quelli narcisistici, sono emersi nella vicenda con Giulia e A?". Rossetti: "Sì, probabilmente senza non sarebbero emersi in maniera così evidente. Non ho riscontrato fatti che li esplicitino nel passato".

A cura di Giorgia Venturini
13:33

Lo psichiatra di Impagnatiello: "Si sentiva lo scacchista che doveva tenere sotto controllo tutte le pedine"

Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello

Tra i teste chiamati dalla difesa nell'udienza di oggi c'è anche lo psichiatra Raniero Rossetti: "Mi sono attenuto a una ricostruzione della psicopatologia di Impagnatiello, qui non siamo in ambito peritario ma consulenziale. La domanda posta all’imputato sulla prima relazione con mamma di suo figlio (V). Io sono convinto che Impagnatiello abbia tratti ossessivo compulsivo, narcisistici e paranoidei che poi si sono intensificati fino a sfociare nella psicopatologia conclamata e a farlo agire come ha agito. I fatti che hanno influito sono innanzitutto l’attività lavorativa, che l’ha portato a interloquire con società dello spettacolo. Inoltre relazione con A, desiderata da tutti ma conquistata da lui. Fattori che hanno amplificato i suoi tratti narcisistici".

"La relazione con A e quindi le tante bugie hanno portato a godimenti ossessivi. Nel primo colloquio mi ha fatto esempio della scacchiera: lui si sentiva lo scacchista che doveva tenere sotto controllo tutte le pedine, il che gli generava stress ma anche godimento".

"A un certo punto una pedina si sarebbe tolta (A se ne stava andando), questo lo sollevava perché aveva qualcosa in meno da controllare, ma la rivelazione di A. a Giulia ha provocato un vero e proprio psicotrauma, creando una ferita narcisistica profonda. Il narciso è una persona non innamorata degli altri ma di se stesso. E l’innamoramento per se stesso lo gratificava nel momento in cui riusciva a tenere tutte le pedine sotto scacco. 500 messaggi in una settimana danno l’idea di questo controllo ossessivo per tenere in piedi la scacchiera".

Da qui la riflessione del professionista: "Giulia a un certo punto diventa la “causa di ogni male”, lui sta male non perché ha un disturbo di personalità ma per la ferita narcisistica, che accentua l’aspetto paranoideo. Il fatto che la rivelazione – il colloquio tra Giulia e A – avvenga proprio sul luogo di lavoro è rilevante perché quello era il posto in cui il suo narcisismo si era ipertrofizzato. Quando è stato smascherato lui ha perso un po’ il contatto con la realtà – pur senza andare nel merito dell’incapacità o meno di intendere e di volere – lui è un delirante lucido". Così: "Questo disturbo affiora in un momento della vita. I tratti di personalità maturano nei primi dieci anni di vita in relazione al contesto e alle relazioni. Poi possono trasformarsi in disturbo con uno o più eventi scatenanti. Nel caso dell’imputato è stato il lavoro all’Armani e la relazione con A. Anche il fatto di aver ingravidato due donne in poco tempo può evidenziare una mascolinità un po’ patologica".

A cura di Giorgia Venturini
12:55

La pscicologa di Impagnatiello: "Ha un disturbo ossessivo di personalità"

Al termine dell'interrogatorio Alessandro Impagnatiello, tocca ai consulenti della difesa a parlare davanti alla Corte: lo psichiatra Raniero Rossetti e la psicologa Silvana Branciforti. Quest'ultima inizia così a spiegate gli esami fatti sull'imputato: "I motivi per cui ho scelto i test mpi 2f e Millon è perché sono i più quotati ed entrambi spiegano sia effetti psicopatologici sia di personalità. Questa somministrazione non ha escluso la parte di anamnesi e colloquio".

Ed entra nel dettaglio, "dal mpi e dal Millon in modo confermativo, nell’impagnatiello si riscontrano tratti di personalità paranoidi e ossessivi, da non confondere con il disturbo ossessivo compulsivo, che ha un grado più elevato. Scala L c8 ha avuto punteggio 69, dal 68 livello psicopatologia. Presenza di esperienze psicotiche scala 81. Disfunzionamento emozionale anche elevato: ciò significa che c’è sì un disturbo paranoide, ma in assenza di allucinazioni e quindi di psicosi". E ancora: "Presente anche disturbo ossessivo di personalità, abbinato a quello paranoide: il non voler più parlare con nessuno, non fidarsi più di nessuno".

"Il punteggio 30 su Millon mostra che non c’è psicopatologia, dal 60 media, per Impagnatiello 72, come ha dimostrato un precedente test. Differenza tra tratto e disturbo di personalità: tratti sono pattern presenti nella persona che influenzano determinati comportamenti. Ogni persona ha diversi tratti diversi di personalità. Si parla di di disturbo quando questi tratti inducono comportamenti che deviano rispetto al comportamento socialmente ritenuto normale. Dal momento che nemmeno la pres ha capito la differenza, per farvela breve tratti sono linee che definiscono la personalità di ogni persona, disturbo si va nella disfunzionalità e patologia". Riassumendo: "Impagnatiello ha un disturbo di personalità di tipo paranoide e ossessivo, dove il confine tra i due è molto labile e l’ossessione sfocia nella paranoia. Senza però arrivare ad allucinazioni".

A cura di Giorgia Venturini
12:06

Impagnatiello alla fine dell'interrogatorio: "Devo dimenticare cosa sono stato, non era umano"

Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello

Al termine del suo interrogatorio Alessandro Impagnatiello ha voluto rilasciare una dichiarazione spontanea: "Nel corso di queste ultime settimane tanti operatori carcerari mi hanno suggerito di non guardarmi indietro e andare avanti. Sicuramente è facile a dirsi dall’esterno. Io so che non posso tornare indietro, farei qualsiasi cosa per poterlo fare".

E ancora: "In questi mesi sto lavorando su me stesso, porto avanti meccanicamente la mia vita. Oggi è ancora come se fosse l’udienza scorsa, il 27 maggio, data tra l’altro simbolica: avevo la responsabilità di esserci. Non so cosa sto dicendo, sto facendo andare la bocca da sola. Ho trovato lo scopo di questa mia nuova vita nel fare qualcosa, qualora mi venga chiesto di lavorare o risarcire io lo farò.

Io non lo so, vedendo questa unica fetta del mio passato così distanziata da tutto il resto: sono consapevole che devo dimenticare cosa sono stato non chi sono stato, perché non era umano. Qualora mi venga data la possibilità di fare qualcosa, cercherò di restituire alcune briciole del grande debito che ho".

A cura di Giorgia Venturini
11:50

Impagnatiello diceva a Giulia Tramontano di risparmiare per la cameretta di Thiago, poi spendeva 100 euro in aperitivi con l'amante

Durante l'interrogatorio Alessandro Impagnatiello, sollecitato dall'avvocato Cacciapuoti, spiega quale vita sociale avevano lui e Giulia: "Era molto influenzata dalla presenza di mio figlio, però riuscivamo a ritagliarci almeno una cena fuori a settimana. Facevamo anche gite, sempre col bambino, però cercavo di scegliere mete che potessero coinvolgere anche Giulia. Dovevo pensare ad attività che potessero piacere a un bambino di 8 anni e a una donna di 28. Vedendo la stanchezza di Giulia ultimamente uscivamo meno a cena, anche per una questione economica: facciamo una cena in meno per comprare la cameretta".

L'avvocato della parte civile: "Lei dice di essere molto stimato sul lavoro. I suoi colleghi e i suoi superiori la pensano così?". Impagnatiello: "Io ero stimato soprattutto dai miei colleghi e dai miei superiori".

Il legale si sofferma anche sulla vita parallela che Impagnatiello aveva con l'amante A.: "Lei ha detto che i rapporti con A erano solo ‘sotto le lenzuola', però c’è un video in cui siete a cena. In più dal suo conto c’è una spesa di 130 euro in un hotel milanese". E Impagnatiello: "Si abbiamo fatto aperitivo dopo il lavoro". L'avvocato Cacciapuoti: "E gli 89 euro?". L'imputato: "Un pranzo con A dopo l’incontro con l’ostetrica".

Le domande e risposte si concentrano anche su come gestiva i soldi con Giulia. Impagnatiello precisa che lui si occupava di più delle bollette e che l'affitto della casa era di 730 più spese: "Giulia mi faceva un assegno mensile di 400 euro. In un periodo venne una signora delle pulizie due volte a settimana, una sessantina di euro al mese, e dividevamo le spese". L'imputato spiega che il suo stipendio era di 1.500 euro più le mance e che al mese pagava 250 euro per il mantenimento del bambino: "Guadagnavo con mance oltre duemila euro e le uscite c’erano ma riuscivamo ad affrontarle".

L'avvocato Cacciapuoti poi chiede: "Lei ha detto che non poteva permettersi di perdere Giulia. Era per una ragione emotiva o economica?". E Impagnatiello: "Era per una ragione di vita: la presenza di Giulia era essenziale perché le avevo presentato mio figlio, solo per quello". L'avvocato insiste: "Beh comunque senza Giulia avrebbe dovuto sostenere tutte le spese da solo". Lo interrompe il presidente della Corte e Cacciapuoti risponde così: "Scusi presidente, volevo delucidazioni, essendo l’imputato una persona talmente brillante da volersi costruire un acquario da solo".

A cura di Giorgia Venturini
11:16

Impagnatiello sul veleno per topi dato a Giulia: "Volevo solo provocare un aborto, non farle del male"

Nella casa di Senago, dove è avvenuto l'omicidio il 27 maggio dello scorso anno, gli investigatori hanno trovato anche una boccetta di cloroformio aperta e non piena. Così la pm Alessia Menegazzo chiede durante l'udienza spiegazioni all'imputato e lui risponde così: "Me ne è caduta qualche goccia sul piano della cucina". Precisando anche, come richiesto dall'accusa, di non avere avuto effetti sulle sue mani e sulle superfici.

L'autopsia sul corpo di Giulia Tramontano aveva precisato che la ragazza era stata avvelenata più di una volta con veleno per topi. L'imputato si difende così: "Io ho sempre rifiutato questa ipotesi che ho appreso dalla tv, ho sempre negato anche ai miei avvocati. Io non lo so. Mi sto sforzando di ricordare, anche per dare delle risposte a me stesso, ma ho solo poche immagini, come se ci fosse stato un demone in me che non mi faceva ragionare".

Dagli accertamenti informatici era anche emerso che Impagnatiello il 13 maggio aveva cercato sul web gli effetti del veleno per topi sull'uomo. Sollecitato dalla pm, precisa: "Erano ricerche volte al puro scopo di verificare cosa potesse succedere alla persona, come poteva essere una qualsiasi altra ricerca. Io volevo solo provocare un aborto a Giulia, non farle del male".

A chiedere spiegazioni sul veleno per topi è anche l'avvocato della famiglia Tramontano Giovanni Cacciapuoti: "Se lei già possedeva il veleno a luglio 2022, perché poi ha fatto ricerca specifica a dicembre 2022 e poi a maggio 2023? Era lo stesso veleno o lo ha riacquistato?". L'imputato risponde così: "La ricerca di inizio dicembre ‘veleno per topi leroy merlin' era perché non mi ricordavo dove avevo messo quello che già avevo. Il veleno era alla fine in cantina e poi lo ritrovai".

L'avvocato insiste: "Perché poi il 13 maggio ne ricerca ancora? Aveva necessità di lanciarsi nel commercio di questa sostanza?". Impagnatiello: "Non lo so. Però non l’ho mai acquistato una seconda volta".

Cacciapuoti continua così il suo interrogatorio: "La somministrazione del veleno è avvenuta prima o dopo il rinvenimento del rossetto in macchina e quindi la lite?". E Impagnatiello: "Può essere, ma non so specificare una data precisa".

A cura di Giorgia Venturini
10:58

Impagnatiello: "In carcere ho provato a mimare il gesto con la mano delle 37 coltellate, è soffocante"

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La pm a Impagnatiello chiede cosa sia successo la sera dell'omicidio: "Lei ci ha raccontato che la sera del 27 mentre Giulia affettava i pomodori si era tagliata, ma non c’è alcun taglio sulle sue mani". L'imputato con conferma, precisando però che si era ferita "in maniera trascurabile". Quella sera Alessandro Impagnatiello uccide Giulia Tramontano con 37 coltellate.

La pm allora chiede all'imputato: "Lei ha detto di aver appreso il numero dei fendenti dalla tv. Però la notte del fermo ha dichiarato di aver dato tre fendenti, come si spiega da differenza da 3 a 37?". Impagnatiello risponde così: "Credo avrei potuto dire qualsiasi numero, non c’è una motivazione. Quando in carcere davanti alla tv ho appreso delle 37 coltellate ho provato a mimare il gesto con la mano e tutt’ora non riesco a capacitarmene. È soffocante".

L'accusa chiedi ancora dettagli di quella sera: "La sua vicina di casa sente le urla alle 19 e qualcosa, ma lei ha detto di averla uccisa ben dopo". E lui: "Avrà sentito l’urlo di una donna arrabbiata che mi mandava a quel paese".

E la pm insiste: "Ma lei non aveva detto nella scorsa udienza che prima di uccidere Giulia la vostra conversazione era stata pacata?". Impagnatiello ribadisce: "Sì, mi avrà semplicemente mandato a quel paese".

A cura di Giorgia Venturini
10:48

Impagnatiello sulla gravidanza di Giulia: "Era per me un freno, qualcosa che mi bloccava"

Durante il processo Alessandro Impagnatiello precisa come ha vissuto la notizia della gravidanza di Giulia Tramontano: "Molto diversamente rispetto la prima. Se la prima la vedevo come una spinta a correre, la seconda come un freno, qualcosa che mi bloccava".

Poi precisa chi aveva deciso di chiamare il bimbo Thiago: "Il nome Thiago non è mai stato scelto. Prima di conoscere il sesso del bambino io e Giulia avevamo fatto ciascuno una lista di preferenze, ma su quelli maschili non ci accordavamo proprio. Thiago era quello tra i miei che le dispiaceva meno, ma non era ancora deciso che si sarebbe chiamato così".

Successivamente è il presidente della Corte a chiedergli invece come aveva reagito Giulia quando aveva scoperto di essere incinta: "Voleva il bambino, assolutamente", ha risposto Impagnatiello". Il presidente gli chiede anche se aveva illustrato a Giulia le motivazioni del suo atteggiamento: "Sì, glielo dissi più volte e glielo spiegò anche la mia famiglia una sera che ci riunimmo per discuterne. Giulia capiva ma in lei prevaleva la volontà di oltrepassare quei problemi pratici che invece bloccavano me".

A rimanere incinta era stata anche l'amante e per questo il presidente di Corte chiede: "La gravidanza di A non ha avuto influenza sulla sua scelta?". E l'imputato risponde così: "No, perché è stata interrotta subito e di comune accordo".

A cura di Giorgia Venturini
10:36

Come Giulia ha scoperto che Impagnatiello era padre e che rapporto aveva con il bambino

Alessandro Impagnatiello spiega come Giulia ha scoperto che Impagnatiello era padre: "Lei venne per la prima volta a casa mia perché le avrei cucinato la cena. Doveva andare in bagno urgentemente. Ancor prima di farle vedere la casa, e mentre io ero in cucina, vide la cameretta. Allora le spiegai di avere un figlio e lei mi rispose: ‘Io voglio te e con te tutto quello che hai intorno'".

"Una volta mi portò una scatola enorme con dolci da mangiare insieme a mio figlio. Un’altra volta una felpa. Dopo qualche mese glielo presentai e passarono tutta la sera alleati a farmi scherzi". Entra nel dettaglio del rapporto tra suo figlio e Giulia: "Certo, c’era anche un po’ di gelosia da parte di mio figlio, ma rientrata subito. E impazziva per lei: lei riusciva a coinvolgerlo in maniera scherzosa e a farsi ascoltare".

"Quando Giulia lo accompagnava a scuola gli diceva: ‘Oh guarda che io non sto come tuo papà due ore a farti le carezze, con me ti devi svegliare subito'. Lui impazziva per lei. Giulia aveva questo accento campano, ogni tanto tirava fuori qualche detto che ci faceva sorridere, ma in modo amichevole. A volte giocavamo tutti e tre su questa cosa, lei mi dava del polentone, ma era assolutamente un gioco".

A questo punto del processo l'avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti, ha precisato che ritiene le domande della difesa non inerenti con quanto accaduto.

A cura di Giorgia Venturini
10:28

Impagnatiello sul rapporto con il suo primo figlio: "Penso sia stato un po' il fratellino che volevo tanto"

Durante la sua testimonianza in aula Alessandro Impagnatiello parla anche di suo figlio, quello avuto con la sua ex fidanzata quando aveva 21 anni: "Lei studiava in università e aveva lavoretto part time, io lavoravo tre sere in discoteca. Stavamo insieme ma non convivevamo. Quando arrivò quella notizia ne parlammo con le nostre famiglie e decidemmo di accettare la sfida e metterci in gioco. Era il momento di rimboccarci le maniche e avere un appartamento nostro. Io particolarmente avevo preso questa notizia come la spinta ad accelerare, soprattutto dare sempre di più a livello lavorativo. Credo che sia grazie a mio figlio che ho avuto una scalata professionale, in modo da non fargli mancare nulla". Impagnatiello mentre parla in aula del figlio si commuove.

Poi entra nel dettaglio spiegando il rapporto con suo figlio: "Penso sia stato un po' il fratellino che volevo tanto. C’è stato un rapporto da subito molto intimo, di amicizia, veramente stretto. Lui veniva dal nulla a dirmi: ‘So che sei il mio papà ma vuoi essere anche uno dei miei migliori amici?'". E ancora: "Io cercavo di essere presente sempre, anche nella sua vita sociale. Al parco talvolta ero uno degli unici padri, non mi mettevo sulla panchina a guardarlo, giocavo con lui e i suoi amici. Una volta mio figlio mi chiese di fare il rappresentante di classe, mi candidai e ottenni il ruolo".

"Venivo criticato dai familiari e dagli amici perché stavo molto attaccato a lui e al cuginetto, giocavo un sacco con loro e tutti i miei bisogni venivano dopo. Per me era fondamentale esserci e lui mi cercava".

Infine la coppia si separa "in maniera molto civile e collaborativa". Impagnatiella spiega che successivamente "ho avuto diverse frequentazioni di breve durata, ma a nessuna ho mai presentato mio figlio. Cosa che non accadde con Giulia, perché dopo un mesetto e mezzo che la frequentavo mi sono detto: ‘ok, è lei'. A lei potevo presentare la tua ragione di vita". Qui Impagnatiello scoppia di nuovo in lacrime.

A cura di Giorgia Venturini
10:07

Alessandro Impagnatiello ai giudici: "Con Giulia e il bambino avevo deciso di trasferirmi in Spagna"

Alessandro Impagnatiello davanti ai giudici della Corte d'Assise racconta quello che è successo a febbraio del 2023 quando Giulia Tramontano era tornata a Napoli dalla sua famiglia dopo che il compagno le aveva detto del tradimento: "Durante i giorni in cui lei era a Napoli eravamo in contatto, anche se più freddo, e quando lei tornò a Milano ritrattai e le comprai il ciondolo col canto degli angeli. Perché avevo ritrattato? Perché avevo capito che non potevo permettermi di perdere Giulia, lei era il mio futuro".

E anche in quel caso le racconta una bugia: "Le dissi anche lì, con un ennesimo pensiero finto, che l’avevo tradita perché avevo bisogno di sfogarmi, ma in realtà avevo solo bisogno di riavvicinarmi a Giulia". La coppia così decide di andare a farsi qualche giorno di vacanza a Ibiza, all'altra donna intanto Impagnatiello racconta un castello di bugie: "Fortunatamente io e Giulia riuscivamo a organizzare spesso una vacanza. Questa l’avevamo organizzata circa un mese e mezzo prima. Ibiza perché volevamo rilassarci, senza nemmeno il pensiero di visitare una città. Poi anche perché io ancor prima di conoscere Giulia avevo intenzione di trasferirmi in Spagna, alle Canarie, e Giulia aveva accolto questo mio progetto. Mi disse: io sono già fuori casa, sei tu che devi cambiare. E infatti c’era anche l’altro mio figlio".

La coppia quindi aveva iniziato a pensare a un possibile trasferimento in Spagna: "Avevamo pensato di aspettare 5 anni, così Thiago avrebbe avuto già un’età più gestibile e l’altro mio figlio, essendo più grande, avrebbe subito meno il distacco. A Ibiza c’eravamo anche uniti, era tornato tutto perfetto".

"Al ritorno dal viaggio affrontammo in maniera più dettagliata il discorso del trasferimento con mia mamma e il suo compagno. Mia madre che diceva che voleva venire anche lei, di non lasciarla qui. Frasi ovviamente da mamma". E poi precisa: "Durante quella settimana non sentii A, le dissi l’ennesima menzogna, di essere andato con amici e non volevo sentirla. Nei primi giorni mi scrisse ma non le risposi, quindi poi lei mi lasciò perdere. Volevo staccarmi da A e in quel momento ci ero riuscito, anche a livello fisico. Mi ero dimenticato di lei in quei giorni e avevo ritrovato Giulia, poi purtroppo tornando a Milano ricaddi quando rividi A. al lavoro".

A cura di Giorgia Venturini
09:58

Alessandro Impagnatiello in aula: "Non credo di essere pazzo, l'ho voluto credere"

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Alle 9.50 torna a parlare in aula Alessandro Impagnatiello. Subito risponde alla domanda della sua avvocata Barbaglia riguardo alle sue reazioni e alla gravidanza di Giulia: "Ci ha detto che il 5 gennaio inpedì a Giulia di abortire. Cosa succede dopo dieci giorni, come mai confessa a Giulia di avere un’altra relazione?", chiede il legale difensore.

L'imputato risponde così: "Per me era una costante altalena. Le confessai del tradimento ma fu l’ennesima bugia, perché non entrai nei dettagli. Lo feci perché ero saturo di bugie e menzogne e non ne ero abituato, dovevo come svuotare un vaso troppo pieno. Dovevo liberarmi da qualcosa che mi mangiava dentro".

"Nel corso di questi mesi in cui ho lavorato su me stesso, una parte di me si è chiesta perché confessare alla mia compagna incinta un tradimento. Non ho spiegazioni su questo, che sapevo avrebbe portato a un allontanamento. Ho ragionato anche su altri episodi banali, come dare il tablet ad A (l'altra donna), con tanto di pin. Credo fosse l’ennesimo sintomo che stavo impazzendo. Con questo non dico che sono pazzo, ho voluto crederlo in questi mesi per dare un senso a quello che ho fatto, ma non credo di essere pazzo. Ero solo saturo".

A cura di Giorgia Venturini
09:41

L'avvocata di Alessandro Impagnatiello: "Le consulenze sui disturbi di personalità, narcisistico e ossessivo"

Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello

Samanta Barbaglia, l'avvocato di Alessandro Impagnatiello, prima che inizi l'udienza ha precisato: "Le consulenze di oggi non servono per definirlo non in grado di intendere e di volere ma a porre l’attenzione sui suoi disturbi di personalità narcisistico e ossessivo. L’altra volta ha detto cosa importante: avevo bisogno di aiuto ma non sono stato in grado di chiederlo. Rapporti con la famiglia all’inizio erano azzerati perché lui ha sentito il bisogno di non vedere nessuno, ora sono ripresi. Per lui punto di riferimento è il fratello Omar".

Nell'udienza di oggi infatti parleranno i consulenti della difesa: gli psichiatri spiegheranno i risultati degli esami su Impagnatiello davanti ai giudici della Corte d'Assise di Milano.

A cura di Giorgia Venturini
08:51

Le parole di Chiara Tramontano dopo la testimonianza di Alessandro Impagnatiello

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Dopo la prima parte della testimonianza dell'imputato Alessandro Impagnatiello, la sorella di Giulia Tramontano, Chiara, aveva voluto commentare così le parole dell'uomo: "Quanta forza deve avere una famiglia che ascolta che la propria figlia è stata uccisa perché ‘stressante', lei e la situazione intorno. Mi auguro che l'Italia intera ricorderà per sempre quale fallimento sociale, familiare e umano si celi dietro il cognome Impagnatiello".

La giovane, prima d'ora, non aveva mai pronunciato apertamente il nome dell'imputato. Lo fa per la prima volta dopo aver sentito la sua testimonianza in aula: "Hai fallito come padre – continua Chiara Tramontano – uomo, figlio, essere umano, non ultimo come testimone del tuo stesso omicidio. E con te ha fallito chi ti ha ‘educato' alla cultura del maschilismo, all'egoismo e alle menzogne".

A cura di Giorgia Venturini
08:37

La testimonianza dei Ris al processo: "In casa c'era molto sangue"

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Il 31 maggio del 2023, ovvero quattro giorni dopo l'omicidio, il Sis di Milano (sezione carabinieri indagini scientifiche) aveva usato il luminol per cercare tracce di sangue sia nell'auto di Alessandro Impagnatiello che nella casa della coppia in cui Giulia Tramontano è stato uccisa.

Tra i testimoni delle precedenti udienze in Tribunale a Milano c'era anche il Colonnello Christian Marchetti, ovvero responsabile del Sis di Milano. Il comandante ha spiegato che cosa hanno trovato nell'auto dell'imputato: "Abbiamo trovato due luminescenze, una particolarmente importante nel baule. Questo è avvenuto alle 10:30 del mattino (del 31 maggio 2023), mentre si stavano svolgendo anche i rilievi sul cellulare di Impagnatiello. Il luminol è durato 5 minuti (di solito resta per pochi secondi) ed era visibile a occhio nudo. Di sicuro era presente un grosso quantitativo di sangue".

è invece il 6 giugno quando i carabinieri della scientifica entrano nel trilocale di Senago dove è avvenuto l'omicidio. Il Colonnello ha sottolineato la quantità di sangue che hanno trovato con il luminol: "La caratteristica più importante è stata il fatto che prima abbiamo nebulizzato tappeto e divano ed entrambi sono risultati assolutamente negativi. Abbiamo poi tolto il tappeto e il pavimento sotto era pieno di sangue ben visibile al luminol. Altre tracce sono state trovate vicino allo stendino in salotto, sul pavimento della cucina, sul disimpegno, sul battiscopa e in bagno, in particolare sul tubo flessibile del bidet e sullo scarico della vasca, ma anche sulla lavatrice".

A cura di Giorgia Venturini
08:27

Tutte le bugie di Alessandro Impagnatiello sull'omicidio di Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello

L'interrogatorio di Alessandro Impagnatiello era iniziato nella precedente udienza del 27 maggio, esattamente un anno dopo l'omicidio. Aveva risposto alle domande dell'accusa e degli avvocati della difesa e della parte civile. Così aveva provato a giustificarsi: "Sono annegato nel castello di bugie che avevo costruito. Ero avvolto da uno strato di follia. Mi prendevano dei momenti di noia e debolezza. In quei momenti una parte di me voleva essere scoperta, trovare qualcuno che mi beccasse e chiamasse subito la polizia per mettere fine a tutto".

Tra i dubbi ancora da risolvere sull'omicidio c'è anche la presenza o meno del tappeto in sala la sera in cui Giulia Tramontano è stata uccisa con 37 coltellate. E proprio il tappeto, ora sotto sequestro, potrebbe essere fondamentale per confermare o smentire l'aggravante della premeditazione. Gli inquirenti, addirittura, sospettano che la sera del 27 maggio il barman abbia preparato il salotto di casa prima dell'arrivo di Giulia, di modo da sporcare il meno possibile l'ambiente e renderlo così più semplice da pulire: il tappeto arrotolato, il divano spostato. "Il divano era già così, mentre il tappeto l'aveva lavato Giulia la sera prima e steso sul balcone", si è giustificato Impagnatiello rispondendo alle domande del pm. Ma quella sera pioveva fortissimo: perché il tappeto steso all'aperto non si è bagnato? "Il balcone è protetto, al massimo si sarà inumidito". Tutto però resta da chiarire.

A cura di Giorgia Venturini
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