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Litiga con la moglie per l’affidamento del gatto e la accoltella 5 volte, chiesto il rinvio a giudizio

Un 55enne ha accoltellato la moglie 5 volte perché non voleva tenere in casa il gatto. La donna, ridotta in fin di vita, è stata dichiarata fuori pericolo dopo un intervento chirurgico. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per l’uomo accusato di tentato omicidio.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Quando la sera del 30 luglio dell'anno scorso i carabinieri sono arrivati all'abitazione lungo il vicolo Facconi a Ostiano (Cremona), hanno trovato Carmelo Marino che li aspettava sulla porta di casa. "Ho pugnalato mia moglie", ha detto ai militari con ancora orologio e braccialetto sporchi di sangue, "abbiamo litigato per l’affido del gatto".

La coniuge, Marina Vaissone, era distesa sul letto matrimoniale con cinque ferite d'arma da taglio. Sottoposta a un delicato intervento chirurgico, la 52enne è sopravvissuta, ma adesso per il coniuge 55enne la pm Chiara Treballi ha chiesto il rinvio a giudizio. L'accusa è di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dal rapporto di coniuge.

"Mai avrebbe voluto compiere un simile gesto"

All'interrogatorio che si è tenuto davanti al magistrato, Marino ha raccontato che c'erano "tensioni in casa" e che si stavano vivendo momenti di "difficoltà". Poi, "colto da un repentino scatto d'ira", quella sera di luglio ha pugnalato la moglie mandandola in fin di vita. Ciò che ha fatto scatenare quella violenza è stato proprio l'affido del gatto, che il 55enne non voleva in casa.

"Mai avrebbe voluto compiere un simile gesto", ha spiegato l'avvocato di Marino, Santo Maugeri, al quotidiano La Provincia Cremona, "ha capito quanto è stato grave e violento, non lo voleva proprio fare, ma è successo".

L'intervento chirurgico

All'arrivo dei sanitari del 118, Vaissone era distesa sul letto matrimoniale e parzialmente cosciente. Delle quattro ferite all'addome, una era particolarmente vistosa. Ne aveva un'altra al collo, ma più superficiale. Marino ha indicato ai miliari un coltello nel lavandino che aveva già pulito.

La 52enne è stata immediatamente trasportata all’ospedale Maggiore di Cremona dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico. Ha trascorso, poi, 13 giorni in prognosi riservata nel reparto di Terapia intensiva, fino a quando non è stata dichiarata fuori pericolo.

Le lettere di scuse

Una volta che la moglie è uscita dall'ospedale, Marino le avrebbe scritto una lettera alla quale la donna non avrebbe mai risposto. Proprio come sarebbe accaduto nei primi giorni di aprile, quanto Marino le ha scritto un'altra lettera di scuse.

Per l'udienza del 19 giugno l'avvocato Maugeri ha detto di star valutando un rito abbreviato, "una sorta di risarcimento del danno". Marino lavorava come addetto alle pulizie in una falegnameria di Alfianello, nel Bresciano, e oggi prende circa 300 euro di pensione di invalidità. "Sa cosa rischia", riferisce il legale, "abbiamo parlato della pena, ma sta cercando di risalire".

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