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Litiga con il suo compagno, gli versa alcol addosso e poi gli dà fuoco: condannata a sei anni e quattro mesi

Una donna di 39 anni è stata condannata a sei anni e quattro mesi per tentato omicidio perché dopo una discussione con il compagno, gli ha versato addosso dell’alcol e gli ha dato fuoco.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Nella giornata di ieri, giovedì 25 luglio, una donna di 39 anni è stata condannata a sei anni e quattro mesi di reclusione perché accusata di tentato omicidio. La sentenza è stata letta dalla giudice delle indagini preliminari Maria Beatrice Parati del tribunale di Bergamo. L'episodio contestato risale al 2 febbraio quando l'imputata, al culmine di un litigio, ha dato fuoco al compagno che ha poi riportato ustioni sul 30 per cento del corpo. La Procura aveva invece chiesto una condanna a soli sei anni. Inoltre la gip non ha accolto la richiesta della difesa di derubricare il reato da tentato omicidio a lesioni.

Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, nella sera del 2 febbraio, tra i due è esplosa una discussione alla presenza di alcuni amici. A un certo punto, la 39enne ha versato alcol addosso al compagno dandogli poi fuoco. Il 34enne, nonostante l'intervento degli amici, è riuscito a spegnere le fiamme da solo perché si è gettato sotto la doccia: quell'aggressione però gli ha provocato ustioni su parte del corpo. Soccorso dagli operatori sanitari del 118, è stato poi ricoverato all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Dopo l'aggressione, la 39enne si era allontanata da casa. Successivamente è stata arrestata. Concluse le indagini, la donna ha scelto il giudizio con rito abbreviato. Attualmente si trova agli arresti domiciliari, ma in un'abitazione diversa rispetto a quella dove è avvenuto il fatto. Oltre a dover scontare i sei anni e quattro mesi in carcere, è stata condannata a versare una provvisionale di quindicimila euro all'ex compagno.

La difesa aveva chiesto, come già anticipato, di derubricare il reato perché "l'atto non era premeditato, al fine di fare del male, ma nasceva da un disagio familiare". Questo, in parte, è stato riconosciuto dal tribunale che infatti ha concesso le attenuanti generiche equivalenti all'aggravante. Entro quindici giorni saranno depositate le motivazioni.

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