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“L’incentivo di 1.000 euro per posticipare la pensione non può bastare a trattenerci”: parla un autista di Atm

Atm ha introdotto un incentivo da 1.000 euro lordi per gli autisti che decidono di rinviare la pensione. Un conducente ha spiegato a Fanpage.it perché, secondo lui, quella cifra “non può bastare a trattenerli”.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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Lo scorso 13 novembre l'Azienda trasporti milanesi (Atm) ha comunicato al personale di servizio di prevedere incentivi per tutti i conducenti di superficie, quindi bus, tram e filobus, che abbiano maturato il diritto alla pensione e che siano disposti a lavorare ancora per un minimo di tre mesi e un massimo di un anno. Il bonus in questione è pari a mille euro lordi e per ottenerlo il dipendente deve garantire per ciascun mese almeno 21 giorni di guida effettiva.

Che Atm ha problemi a reclutare nuovi autisti, non è una novità. Lo scorso ottobre si parlava di una carenza di circa 350 conducenti di mezzi e la stessa azienda ha fatto sapere che entro il primo trimestre del 2025 saranno assunti 400 nuovi autisti. L'incentivo da mille euro lordi è stato introdotto per provare a trattenere alcuni dei dipendenti che presto dovrebbero andare in pensione, ma non tutti i lavoratori sembrerebbero essere d'accordo.

"Quando arrivi alla fine della corsa, non vedi l'ora di andare via perché non ce la fai più", ha affermato un autista a Fanpage.it, "accettare questa proposta, con questi vincoli, significa chiedere al lavoratore di non prendere ferie e di non ammalarsi, oltretutto si parla di persone che hanno già più di 60 anni e che lavorano in una città come Milano dove lo stress è elevatissimo". Abbiamo, poi, intervistato uno degli autisti che presto andranno in pensione e che, quindi, almeno sulla carta sarebbe ancora in tempo per accettare l'incentivo proposto da Atm.

Lei che lavoro fa e tra quanto dovrebbe andare in pensione?

Sono un conducente di linea, operatore di servizio. Vado in pensione entro la fine dell'anno. In teoria sono ancora in tempo per dare la mia disponibilità.

Cosa ne pensa della proposta avanzata da Atm?

Per me è una presa in giro. Buona parte dei miei colleghi la pensano così. Nella rimessa dove lavoro io siamo in quattro ad andare in pensione in questo periodo e nessuno di noi ha accettato di restare a queste condizioni. Siamo in tanti in questa situazione e magari qualcuno accetterà, ma che io sappia tra la mia rimessa e un'altra qua vicino nessuno lo ha fatto.

Secondo lei, allora, perché è stata formulata una proposta simile?

Se l'azienda avesse veramente bisogno di autisti, potrebbe proporre anche mille euro al mese, ma senza tasse e senza vincoli. Questa, secondo me, è solo una mossa per far vedere all'opinione pubblica che non si trovano conducenti. In realtà, sono proprio quelli che sono dentro da anni che stanno scappando.

Perché?

La turnazione negli ultimi anni è peggiorata molto. I tempi di lavoro sono stati allungati, la media lavorativa è stata aumentata e in questo modo intendono recuperare le ore mancanti a costo zero.

A quanto ammonta lo stipendio di un autista Atm che, come lei, è arrivato al pensionamento?

Lo stipendio per chi come me ha più di 30 anni di servizio è di quasi 1.900 euro netti al mese, senza straordinari. Per i nuovi assunti, invece, è di 1.400 euro. Conosco colleghi giovani che si ritrovano a dover pagare anche mille euro d'affitto per un piccolo appartamento fuori Milano. Non si possono permettere nemmeno una casa che non disti chissà quanti chilometri dalla rimessa dove lavorano e a volte i turni iniziano anche alle 4:30 di mattina.

Al nuovo personale deve essere garantito un certo aspetto economico. Secondo me la retribuzione deve essere almeno di 1.800 euro al mese, perché altrimenti come fa un lavoratore a mettere su famiglia? Con questo stipendio e con il caro vita di oggi, è impossibile.

Lei ha intenzione di accettare la proposta di Atm?

Non ci penso nemmeno.

Come mai?

Quando un autista arriva all'età di pensionamento, non ha nessuna voglia di continuare ancora. Noi siamo tutto il giorno sulla strada, a contatto con una clientela che non è sempre facile gestire. Tutti gli errori che vengono fatti da parte di chi gestisce il servizio vengono scaricati sul personale viaggiante, che subisce la rabbia e il malcontento della gente. Già devi guidare per ore nel traffico di Milano, poi devi sopportare le proteste della gente e quando arrivi a casa la sera a volta non hai nemmeno voglia di mangiare.

Un tempo l'azienda tutelava i propri lavoratori. Ricordo che quando i colleghi più anziani andavano in pensione, lasciavano la rimessa piangendo perché non volevano abbandonare questo lavoro. Adesso devi dire grazie se non è andato niente storto durante la giornata.

Per anni lei ha lavorato nella stessa azienda e l'ha vista trasformarsi fino a diventare quella che oggi le ha avanzato questa proposta. Secondo lei c'è qualcosa che non sta funzionando come dovrebbe?

È evidente che nel lavoro di tutti i giorni c'è molta distanza tra il personale di strada e chi ha ruoli dirigenziali, anche all'interno della stessa rimessa. Da parte nostra c'è il massimo rispetto per i funzionari e i dirigenti, ma dovrebbero viaggiare anche loro con i mezzi di Atm per rendersi conto di qual è la realtà. Finché non si vive la quotidianità dei mezzi di superficie, non si può capire l'esperienza di un autista e i veri problemi della gente che lavora. Loro devono rispettare gli obiettivi aziendali, ma non fanno i conti con la realtà.

Per quale cifra accetterebbe di restare ancora qualche altro mese?

Penso che basterebbe non mettere il vincolo dei 21 giorni e non tassare i mille euro. A quel punto, una persona potrebbe anche decidere di fare un sacrificio per un anno, perché magari quei soldi in più tornano comodi per pagare l'università ai figli o il finanziamento dell'auto.

A me personalmente la cosa non interesserebbe comunque. Per quale motivo dovrei stari lì a rischiare ancora? Poi con la salute non si sa mai come va, perché ogni giorno si perde un po' di resistenza e rischi di non essere sempre lucido come dovresti. Dopo 40 anni di contributi versati, basta.

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