L’imprenditore russo Artem Uss è evaso grazie ad alcuni complici: l’ipotesi dei servizi segreti russi
Artem Uss, l'imprenditore russo figlio del governatore della regione siberiana Krasnoyarks, è evaso dagli arresti domiciliari dopo aver rotto il braccialetto elettronico. La fuga, stando a quanto riportato dal quotidiano Il Corriere della Sera, sarebbe stata resa possibile dall'aiuto di alcuni complici. Ci sarebbero le immagini delle telecamere installate in zona a confermare questa ipotesi.
È possibile, quindi, che ci sia una rete strutturata responsabile di aver messo in atto un piano ben collaudato. Da qui l'idea che siano stati coinvolti i servizi segreti russi.
L'arresto
Ass è stato arrestato a ottobre 2022 all'aeroporto di Malpensa. Su lui pendeva un mandato d'arresto internazionale emesso dall'autorità giudiziaria di New York. Gli americani lo accusano di contrabbando di petrolio dal Venezuela verso Cina e Russia (violando così le sanzioni) e di aver acquistato armi di ultima generazione per conto del presidente russo Vladimir Putin. Tecnologie che sarebbero state utilizzate nel conflitto con l'Ucraina.
È stato arrestato poco prima che si imbarcasse su un volo diretto a Instabul. A fine novembre, i giudici meneghini, gli hanno concesso gli arresti domiciliari che stava scontando in un appartamento affittato a Basiglio (alle porte di Milano). Avrebbe avuto anche un braccialetto elettronico.
La sentenza di estradizione
Il 21 marzo è arrivata la sentenza di estradizione per gli Stati Uniti. Il giorno successivo è scappato. I carabinieri hanno ricevuto l'allarme dal braccialetto elettronico, ma quando sono arrivati nel suo appartamento era sparito. I militari sono certi che abbia utilizzato un cellulare (che non avrebbe potuto avere) con il quale si sarebbe messo in contatto con i complici.
Forse avrebbe fatto un cambio di macchina e avrebbe raggiunto così il confine svizzero o sloveno. Dalle immagini delle telecamere si vedrebbe un uomo che con un'auto si presenta fuori casa dell'imprenditore e lo aiuta a salire.