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Liliana Agnani uccisa e nascosta in un bosco, il figlio Stefano Garini tradito da una vite in titanio

Gli inquirenti di Novara hanno identificato Liliana Agnani da una protesi che si è conservata per mesi. Suo figlio Stefano Garini l’avrebbe uccisa e nascosta lungo il fiume Ticino a ottobre 2022, continuando per mesi a intascare la pensione.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

È bastata una vite in titanio a incastrare Stefano Emilio Garini. L'agente immobiliare milanese è stato arrestato l'1 marzo per l'omicidio aggravato e premeditato di sua madre, Liliana Agnani. Le ossa ritrovate a ottobre 2022 nell'area del Parco del Ticino nella frazione novarese di San Martino di Trecate, infatti, erano proprio dell'89enne. La protesi che le era stata piazzata tra le vertebre L3 e L4 della colonna vertebrale hanno portato gli investigatori a lei, smascherando una rete di bugie tessuta dal figlio per diversi mesi, come il fatto che la madre si fosse trasferita in Veneto da un fratello, in realtà scomparso da anni, o che fosse deceduta in ospedale.

Il ritrovamento della protesi in titanio lungo il Ticino

Era l'11 ottobre del 2022 quando alcuni cacciatori hanno rinvenuto alcune ossa umane sulle sponde del fiume Ticino, nel tratto tra la Lombardia e il Piemonte. Gli esperti del Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense dell'Università degli studi di Milano si sono occupati delle analisi di quei resti, trovando una protesi in titanio perfettamente conservata tra la terza e la quarta vertebra.

Quella vite riportava ancora il marchio di fabbrica e il numero di matricola. Partendo da questi elemento, i carabinieri del nucleo Investigativo di Novara, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Ferrando e dal pm Paolo Verri, sono riusciti a risalire alla ditta produttrice e, di conseguenza, all'ospedale a cui era stata venduta la protesi.

Le bugie di Garini al medico della madre e a sua figlia

Si trattava dell'istituto Galeazzi di Milano. Gli archivi dell'ospedale rimandavano a sette pazienti: sei sono stati rintracciati in poco tempo, mentre di Liliana Agnani, 89enne residente nel quartiere Barona di Milano, non c'era traccia. I militari hanno quindi chiesto al medico di base che assisteva la signora di contattare il figlio della paziente con la scusa di dover effettuare una visita. Quel giorno, Garini disse che sua madre stava bene e che si trovava in Veneto da un fratello. In realtà, come è stato accertato poco dopo, il fratello dell'anziana era deceduto da tempo.

L'altra bugia era quella che voleva l'anziana deceduta in ospedale. L'aveva raccontata Garini a sua figlia, che al tempo viveva nell'abitazione della nonna, senza fornire altri dettagli se non che era stata cremata. È emerso anche che l'agente immobiliare 62enne aveva fatto celebrare una messa a suffragio della madre nella parrocchia del quartiere, senza feretro ma con una fotografia sull’altare.

Il movente dell'omicidio di Liliana Agnani

Durante le indagini, gli investigatori hanno intercettato alcune conversazioni telefoniche di Garini. Analizzandole, si è capito che il 62enne aveva iniziato da poco una relazione con una giovane di nazionalità brasiliana molto più giovane di lui residente a Torino. Il rapporto dei due si era incrinato proprio a causa del troppo tempo che Garini doveva dedicare all'anziana madre.

Per liberarsi di quell'impedimento che era diventata sua madre e per mantenere comunque una certa entrata fissa ogni mese, Garini decise di uccidere sua madre e di disfarsi del corpo dopo averlo sezionato in diverse parti. In questi mesi, da ottobre 2022 fino a febbraio 2023, il 62enne ha intascato 23mila euro dall'Inps e 5mila euro dal Comune di Milano, tutto denaro che in realtà era destinato a sua madre.

Quando i carabinieri di Novara si sono presentati a casa sua la mattina dell'1 marzo per notificargli l'ordinanza di custodia cautelare, Garini li avrebbe accolti scherzando e parlando di calcio. Il 62enne ora si trova nel carcere di Novara, in attesa dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Niccolò Bencini, accusato di omicidio aggravato e premeditato, distruzione e soppressione di cadavere, truffa aggravata, autoriciclaggio e falsità ideologica.

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