Lievi segnali di miglioramento per Nicolò, l’unico sopravvissuto alla strage famigliare di Samarate
Sono ancora stabili le condizioni di Nicolò Maja, il ragazzo di 23 anni, unico superstite della strage famigliare di Samarate (Varese). In base a quanto appreso da Fanpage.it, il giovane – a causa di una riduzione dei sedativi – nella giornata di oggi, martedì 17 maggio, ha aperto leggermente gli occhi. Sicuramente un lieve segnale di miglioramento, ma è ancora troppo presto per sostenere che il giovane sia fuori pericolo. Domani inoltre sarà sottoposto a un intervento allo zigomo.
La confessione del padre di Nicolò
Il 23enne si trova in ospedale dal 4 maggio, giorno in cui è stato ritrovato in casa insieme alla madre e alla sorella: le due donne, Stefania e la 16enne Giulia, erano ormai prive di vita: a confessare il loro omicidio e il tentato omicidio di Nicolò, è stato Alessandro Maja, padre dei due giovani e marito di Stefania. Nei giorni scorsi, l'uomo è stato sottoposto a interrogatorio e, ancora una volta, davanti al giudice per le indagini preliminari ha confermato di essere lui l'autore dell'efferato gesto: "Non sa spiegarsi cosa gli sia passato in testa", aveva detto il suo legale, Enrico Milani, al termine dell'interrogatorio che si è svolto all'ospedale San Gerardo di Monza: l'uomo infatti è stato ricoverato nel reparto di Psichiatria.
L'ossessione per i soldi e la presunta crisi economica
Stando alle notizie emerse fino a questo momento, sembrerebbe che il noto architetto fosse ossessionato dai soldi e da una presunta crisi economica che si sarebbe trovato costretto ad affrontare. I documenti e i bilanci sequestrati però non mostrerebbero alcuna difficoltà: da qui la necessità di ulteriori approfondimenti per comprendere se, quanto detto, sia veritiero o meno. Dubbi a cui si potrà rispondere qualora l'uomo verrà sottoposto a una perizia psichiatrica.