L’hamburger storico di Milano: si trova dietro al Duomo dal 1968 e molti piatti costano meno di 8 euro
Prima furono Burghy e McDonald's. Oggi le hamburgerie sponsorizzate dai vip (tra gli altri i locali delle coppie Francesco Panella con Alessandro Cattelan e Leonardo Di Caprio con Lewis Hamilton, o il kebab di Gianluca Vacchi). Ma c'è un "paninaro" che è arrivato prima di tutti gli altri, e che ha portato la moda del fast food a Milano quando ancora era un concetto molto lontano. Si tratta di Margy Burger, storico indirizzo sorto alle spalle del Duomo nel lontano 1968 (Piazza Santo Stefano, 2), tra la Statale di Milano e piazza Fontana.
"Negli anni Sessanta hanno iniziato con i würstel del macellaio fatti alla piastra e serviti con crauti rossi e patatine fritte. È stato il primo a fare hamburger a Milano, non c'erano posti simili in giro", racconta oggi il titolare Maurizio Gagliano, arrivato dietro il bancone del Margy a 15 anni, nel 1989. "Ma qui dentro non è praticamente cambiato niente. Persino la macchina del caffè è ancora quella di quarant'anni fa: insostituibile, fa un caffè che non ha pari con gli attrezzi moderni". All'interno del locale in zona Duomo sono vintage panche, sgabelli, il bancone di legno, le insegne sbiadite al neon e persino i soliti "cavalli di battaglia" culinari, ormai una certezza per generazioni di consumatori milanesi.
Quali? Tre tipi di würstel in onore alla tradizione, tra gusti speziati, dolci e decisi, per una carta con sei proposte differenti e la salamella in versione classica (insalata, pomodoro e maionese), da stadio (peperoni, cipolla e tabasco) o napoletana (scamorza e friarielli). E poi il panino Cosacco in omaggio agli anni Ottanta (coppa, limone, caprino, tonno, vodka e salsa rosa), il Boscaiolo con il prosciutto di Praga, l'hamburger di carne Chianina e i classici burger con pane classico (acqua, farina e sale) in più declinazioni con bacon, formaggio, ketchup e pomodoro, a soli 5,50 euro. Tutto espresso per il continuo via vai di turisti del centro e di clienti in pausa pranzo dall'università, dagli uffici e dai negozi confinanti.
Ma non solo cibo. "Piazza Santo Stefano era spesso luogo di scontri durante gli Anni di Piombo. ma queste vetrine non sono mai cadute. È sempre stato un posto dove venivano a mangiare persone di fazioni politiche opposte, le stesse che poi si fronteggiavano nella guerriglia di strada. Soprattutto un tempo, quando rimaneva aperto fino alle 6 di mattina". Anche oggi, però, resta zona franca (e chiude alle 2 di notte). "Ogni giorno entrano dalla porta lo studente della Statale, il poliziotto, il senzatetto e l'avvocato dello studio famoso. Così come milanisti e interisti insieme, dopo il derby a San Siro, che mangiano e bevono birra insieme".
E, a proposito di rivalità cittadine, c'è chi si chiede: c'è mai stata competizione con il celeberrimo e vicino Burghy, lo storico ritrovo dei "paninari" milanesi ormai consegnato ai libri di storia (il fast food di piazza San Babila è stato acquisito da McDonald's nel 1996)? "No, non c'era contrapposizione. Ma il Margy, senza dubbio, è arrivato molto prima. E soprattutto è resistito al tempo". Per 56 lunghi anni.