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L’ex segretario provinciale leghista Colleoni: “Il figlio ha avuto occasione, mezzi e movente per ucciderlo”

Il figlio dell’ex segretario provinciale leghista Franco Colleoni ha avuto “l’occasione, i mezzi e il movente per uccidere il proprio padre”. Lo scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza a 21 anni di carcere per il figlio Francesco.
A cura di Francesco Loiacono
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Franco Colleoni e il figlio Francesco
Franco Colleoni e il figlio Francesco

Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di primo grado per l'omicidio di Franco Colleoni, l'ex segretario provinciale leghista di Bergamo ucciso lo scorso 2 gennaio a Dalmine. Per i giudici, come riporta la testata "L'Eco di Bergamo", il figlio di Franco, il cuoco 35enne Francesco Colleoni, condannato a 21 anni per omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela, ha avuto "l’occasione, i mezzi e il movente (il rapporto da tempo logorato e la minaccia del licenziamento) per uccidere il proprio padre".

Il figlio ha sbattuto più volte la testa del padre contro un cordolo

L'autopsia aveva rivelato che il 35enne aveva più volte sbattuto la testa del padre contro un cordolo in cemento nel cortile del ristorante di famiglia, "Il Carroccio". Questa dinamica esclude le altre ipotesi che erano state messe in campo: l'omicidio preterintenzionale, invocato dai legali dell'imputato, e l'ipotesi che dei ladri potessero aver ucciso Colleoni dopo essere stati sorpresi a rubare. All'imputato non è stata riconosciuta neppure l'attenuante della provocazione: i giudici hanno sottolineato che la vittima aveva un atteggiamento di "asprezza emotiva e disaffezione nei confronti dei propri familiari" ma non ha ritenuto questi comportamenti "connotati da obiettiva ingiustizia".

L'omicidio è avvenuto dopo l'ennesima lite tra padre e figlio, scatenata da un rimprovero del genitore per alcuni paletti dell'illuminazione divelti dal figlio. Il rimprovero e altre circostanze, come il fatto che il 35enne fosse incensurato e non abbia "animo malvagio", sono stati considerati dai giudici come motivi per la concessione delle attenuanti generiche, ritenute però equivalenti all’aggravante del vincolo familiare.

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