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L’ex primario del Pini Norberto Confalonieri è stato assolto in Appello dall’accusa di corruzione

Norberto Confalonieri è stato assolto in Appello dall’accusa di corruzione “perché il fatto non sussiste”. L’ex primario del Cto-Pini di Milano era stato condannato nel 2021 in quanto era stato ritenuto colpevole di aver favorito l’acquisto di protesi Johnson&Johnson in cambio di denaro e favori.
A cura di Enrico Spaccini
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Norberto Confalonieri (foto da LaPresse)
Norberto Confalonieri (foto da LaPresse)

È stato assolto in Appello Norberto Confalonieri, l'ex primario di Ortopedia del Cto-Pini di Milano accusato di corruzione. Il chirurgo ortopedico 68enne era stato condannato in primo grado a 6 anni e mezzo perché ritenuto responsabile di aver favorito l'acquisto di protesi della Johnson&Johnson in cambio di vari benefici. Oggi, invece, 9 novembre, la Corte d'Appello ha ribaltato quella sentenza assolvendo Confalonieri "perché il fatto non sussiste".

La sentenza di primo grado

Confalonieri era finito a processo con le accuse di presunte lesioni ai danni di alcune pazienti e di corruzione, insieme a un agente di commercio della multinazionale Johnson&Johnson e una dipendente. Per il primo capo d'imputazione venne prosciolto, mentre per il secondo venne ritenuto colpevole.

Agli arresti domiciliari da marzo 2017, in primo grado a gennaio 2021 il chirurgo di Seregno era stato condannato a 6 anni e 6 mesi. Secondo il Tribunale di Milano, aveva favorito l'acquisto di protesi della multinazionale in cambio di denaro, di trasmissioni televisive e convegni pagati, il tutto stabilito mediante un "accordo occulto".

L'assoluzione in Appello

A quasi tre anni di distanza, però, è arrivata per Confalonieri l'assoluzione dall'accusa di corruzione. La Corte d'Appello, infatti, ha accolto il ricorso presentato dal suo legale, Federico Cecconi, assolvendo quindi il chirurgo "perché il fatto non sussiste" e respingendo la richiesta di conferma delle condanne avanzata dalla Procura.

La stessa sentenza è stata pronunciata anche per Natalia Barberis, l'agente di commercio di Johnson&Johnson difesa dall'avvocato Gabriele Minniti, e dell'altra dipendente.

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