L’ex gioielliere diventato rapinatore di gioiellerie: “Franz” Fischer condannato a 10 anni
L'ex gioielliere di via Washington Franco Fischer diventato poi rapinatore di gioiellerie è stato condannato nella giornata di ieri a 10 anni e 8 mesi, 2 anni e 8 mesi in più di quelli chiesti dal pm. La difesa, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giorno, faceva affidamento su una perizia dei tecnici esperti di telefonia che dichiarava come "errore" la geolocalizzazione di Fischer nelle vicinanze di Sempione dove si era svolta la rapina, sottolineando anche che un rapinatore esperto come Fischer, non avrebbe commesso un errore così grossolano, ovvero compiere un sopralluogo stando al telefono. A incastrare però l'ex gioielliere come "regista" della rapina ci sarebbero le 728 telefonate precedenti tra lui e i suoi compagni di rapine: "Siamo amici, ci parliamo spesso" si era difeso il 56enne. Il giudice ha però respinto la richiesta di domiciliari presentata dall'uomo che si sarebbe dovuto appoggiare a casa della madre.
La banda che faceva le rapine alle gioiellerie
Fischer resterà al carcere milanese di San Vittore, insieme agli altri componenti della banda: Dino Duchini, soprannominato "Il duca", Silvano Messina, Salvatore Urciuolo e Nicola Sava. I quattro erano gli autori materiali della rapina del maggio del 2019 che avrebbe fruttato ai cinque un bottino di circa 50 mila euro. Erano stati tutti arrestati a settembre dell’anno scorso dopo le indagini coordinata dal pubblico ministero Isabella Samek Lodovici. Secondo la ricostruzione il 29 maggio 2019, i quattro esecutori della rapina avrebbero suonato il citofono in un’abitazione in Sempione dove viveva un commerciante di gioielli e due suoi collaboratori, fingendo di dover compiere un controllo di polizia. Entrati nell'appartamento avrebbero legato e imbavagliato i tre abitanti, minacciandoli con una pistola, li avevano derubati e poi erano fuggiti a bordo di un furgone, che era stato ritrovato parcheggiato in via Govone. Gli investigatori non lo sequestrarono, ma montarono sopra telecamera, cimice e un gps per seguirne gli spostamenti, sperando di rintracciare gli autori della rapina, come poi è avvenuto.