L’ex amante di Adilma Carneiro: “Diceva che Ravasio era violento, facevamo riunioni per pianificare l’omicidio”
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"Fu di Adilma il piano per uccidere Ravasio. Io sapevo tutto, ma non ho fatto niente per impedirlo". A parlare in aula davanti alla Corte d'Assise di Busto Arsizio (in provincia di Varese) questa mattina, lunedì 3 marzo, è stato Massimo Ferretti, che ha rilasciato alcune dichiarazioni spontenee. Il barista di Parabiago (Milano) è accusato dell'omicidio di Fabio Ravasio, avvenuto il 9 agosto del 2024 e per il quale sono imputate in tutto otto persone. Tra queste proprio Ferretti e Adilma Pereira Carneiro, indicata dal suo ex amante come l'artefice del piano che ha portato a simulare un incidente stradale per uccidere il 52enne.
L'idea di uccidere Ravasio avrebbe preso forma "a giugno 2024"
Ferretti in aula, davanti alla Corte presieduta da Giuseppe Fazio, ha ribadito quanto aveva già detto al pm Ciro Caramore durante l'interrogatorio subito dopo il suo arresto avvenuto a fine agosto, poche settimane dopo la morte di Ravasio. Il barista di Parabiago ha raccontato di aver incontrato per la prima volta Carneiro, oggi nota come ‘Mantide di Parabiago‘ per i fatti di cronaca che la coinvolgono, "due anni fa nel mio bar". Dopodiché, ha spiegato, "quasi inspiegabilmente, mi sono innamorato di lei, ma non era amore". Ferretti ha parlato di un "rapporto strano, patologico", nel quale "lei mi trattava male e io non riuscivo a staccarmi".
Carneiro avrebbe iniziato, poi, a parlargli del suo rapporto con Ravasio. "Lo aveva descritto come un padre violento", ha ricordato Ferretti, "e questa storia l'aveva raccontata al bar anche ad altre persone. Le avevamo detto di lasciarlo, ma lei diceva di avere paura". L'idea di uccidere il 52enne avrebbe preso forma "a giugno 2024". Il barista ha spiegato che Carneiro avrebbe preso in considerazione l'ipotesi di assoldare un sicario, accusandolo di essere troppo codardo per farlo lui stesso.
Le "riunioni al bar" per pianificare l'omicidio
Tuttavia, il presunto killer che la 49enne brasiliana avrebbe detto di aver trovato chiedeva un compenso troppo alto: "Fino a 100mila euro", ha detto Ferretti, "lei non aveva questi soldi" e così "si parlò di simulare un incidente". Come riportato da Il Giorno, in aula Ferretti ha parlato di "riunioni al bar", in cui il gruppo si accordava "programmando i ruoli per il delitto". A questi incontri avrebbero "partecipato tutti, tranne Oliva", ovvero il meccanico accusato di aver preparato la vettura usata nel finto incidente.
All'inizio alla guida dell'auto ci avrebbe dovuto essere Marcello Trifone, il secondo marito di Carneiro, anche lui a processo e per il quale è stata disposta la perizia psichiatrica: "Lei però non si fidava", ha detto ancora Ferretti, e così al volante ci finì Igor Benedito, figlio della 49enne. "Sapevo tutto, ma non ho fatto nulla per impedirlo", ha dichiarato in fine Ferretti. Il barista nei giorni scorsi aveva già chiesto perdono ai famigliari di Ravasio, chiedendo l'ammissione alla giustizia riparativa.