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L’evaso Massimo Riella potrebbe essere ferito, la figlia: “Gli hanno sparato alle spalle”

La figlia Silvia spiega che venerdì sera il padre di Massimo Riella insieme a un agente della polizia penitenziaria ha raggiunto il figlio. Poi sono partiti i colpi. Da Allora non si hanno notizie del 48enne.
A cura di Giorgia Venturini
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Potrebbe essere ferito Massimo Riella, il 48enne evaso dal carcere lo scorso 12 marzo durante un permesso premio e da allora nascosto sui monti del lago di Como. A dare la notizia a Fanpage.it è la famiglia. La figlia Silvia spiega che venerdì sera il padre di Massimo Riella, ovvero suo nonno Domenico, insieme a un agente della polizia penitenziaria ha raggiunto il figlio: i tre si sono messi a parlare della volontà o meno del 48enne di costituirsi. "A un certo punto l'agente ha fatto partire un colpo – spiega la figlia Silvia a Fanpage.it -. Mio nonno ha urlato e mio padre è scappato. Sarebbero allora partiti altri colpi che potrebbero averlo ferito. Anche se l'agente avrebbe detto di aver sparato in aria".

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Il padre ha denunciato quanto accaduto

Sempre secondo il racconto della figlia Massimo Riella ha abbandonato tutto ed è fuggito. Da allora però la sua famiglia non ha avuto sue notizie: "Strano perché avrebbe fatto sapere almeno che stava bene. Magari ora si trova ferito da qualche parte". Il padre Domenico così domenica ha deciso di presentarsi dai carabinieri a Gravedona e di denunciare il fatto in modo da far scattare le ricerche del soccorso alpino. "Se non lo trovano vuol dire che sta bene". Nel frattempo anche i carabinieri hanno fatto scattare le indagini: per i militari non si tratterebbe di una sparatoria. Quello che è certo è che c'è stata una "attività" della polizia penitenziaria. Al momento però non è stato trovato Massimo Riella: il 48enne potrebbe quindi essere vivo e ancora in fuga oppure ferito da qualche parte.

Dal 12 marzo Riella si nasconde sui monti

Massimo Riella è evaso lo scorso 12 marzo durante un permesso premio per andare a pregare sulla tomba della madre. Una volta però al cimitero è riuscito a fuggire. Da allora si nasconde sulle montagne: "La gente se lo passa di casa in casa, il mio Massimo non vaga nei boschi cacciando a mani nude", aveva fin da subito precisato il padre Domenico. I residenti del posto infatti credono alla sua innocenza e lo proteggono: "Questo vuol dire che è una brava persona", ha sottolineato la figlia Silvia. Massimo Riella era in carcere dallo scorso dicembre perché ritenuto responsabile dell'aggressione e della rapina nei confronti di una coppia di anziani. Per compiere questo reato sarebbe stato utilizzato un coltello su cui gli investigatori hanno trovato le tracce del suo Dna, "così come quelle di altre ma non sono stati fatti abbastanza accertamenti", tiene a precisare la figlia Silvia a Fanpage.it. Nei giorni scorsi il 48enne aveva scritto un biglietto al giudice in cui chiedeva scusa per l'evasione e sottolineava la sua innocenza. Chiedeva i domiciliari in attesa che si trovasse il vero colpevole dell'aggressione.

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