L’evaso Massimo Riella e la sua richiesta dei domiciliari: la figlia chiede l’incontro con il giudice
Si attende un possibile incontro con il giudice mentre Massimo Riella è ancora nascosto tra le montagna sopra il lago di Como. Il 48enne evaso dal carcere lo scorso 12 marzo durante un permesso premio aveva rotto il silenzio la scorsa settimana scrivendo un biglietto su carta con cui si era rivolto al giudice chiedendo i domiciliari e ripetendo più volte la sua innocenza: "Signor giudice. Come prima cosa le porgo le mie più sincere scuse per il casino che ho buttato in piedi ma le dico subito che ho 48 anni. Nella mia vita sono stato condannato parecchie volte e giustamente per i miei reati commessi. Li ho pagati come deciso dai giudici. Questa volta io sono innocente".
Per Riella è scattato l'arresto lo scorso dicembre perché ritenuto responsabile dell'aggressione e della rapina nei confronti di una coppia di anziani. Per compiere questo reato sarebbe stato utilizzato un coltello su cui gli investigatori hanno trovato le tracce del suo Dna, "così come quelle di altre ma non sono stati fatti abbastanza accertamenti", tiene a precisare la figlia Silvia a Fanpage.it. Nel biglietto l'uomo chiede la possibilità dei domiciliari in attesa del processo. La figlia ha fatto sapere che lei, insieme all'avvocato, chiederà un incontro con il giudice: "Al momento è ancora tutto in attesa".
Massimo Riella si nasconde sui monti
Al momento tra le certezze del momento c'è quella che Massimo Riella si trova sulle sue montagna. "La gente se lo passa di casa in casa, il mio Massimo non vaga nei boschi cacciando a mani nude", aveva fin da subito precisato il padre Domenico. I residenti del posto infatti credono alla sua innocenza e lo proteggono: "Questo vuol dire che è una brava persona", ha sottolineato la figlia Silvia. Poi il padre ha aggiunto che con il figlio c'è un accordo secondo cui sarà lui a portare Massimo Riella dai carabinieri: "Prima però bisogna arrestare il vero colpevole. Il mio Massimo è mezzo matto, m’ha fatto disperare… Però non è tipo da picchiare gli anziani". In questi giorni il padre Domenico ha incontrato il figlio Massimo: "L'ho incontrato nei boschi. Abbiamo parlato del più e del meno. Mi ha dato delle carte che dovevo consegnare ai carabinieri di Gravedona". L'anziano ha poi raccontato a Fanpage.it che il figlio gli "manda dei biglietti. Non so chi li porta".