Leonardo Caffo condannato per maltrattamenti, l’ex compagna: “C’è ancora tanto da fare per contrastare la violenza”
È stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione Leonardo Caffo, il filosofo 36enne accusato di maltrattamenti e lesioni gravi dopo la denuncia dell'ex compagna e madre di sua figlia. La donna, ieri, non era presente in aula. Ma attraverso la sua legale, Elena Tomayer, ha commentato così commentato la decisione dei giudici del Tribunale di Milano, che hanno disposto anche il risarcimento delle parti civili per 45mila euro."Questa sentenza conferma una verità che per quasi due anni ho cercato di far emergere, affrontando innumerevoli difficoltà sul piano personale, legale e mediatico", ha fatto sapere. "Ma la strada per prevenire e contrastare realmente la violenza è ancora lunga".
"Le mie difficoltà non sono un caso isolato. Chiunque denunci situazioni simili si scontra con un sistema che troppo spesso manca di strumenti adeguati per supportare le vittime, questa sentenza è solo la superficie di un problema più ampio e radicato", sono state le sue parole. "Mentre le vittime di violenza continuano a pagare il prezzo di una profonda carenza nell'educazione sentimentale, di una cultura ancora permeata da pregiudizi. Vorrei che questa vicenda fosse da spunto per riflettere su quanto ci sia ancora da fare".
"Questa sentenza ci dice che le donne devono denunciare, perché la giustizia funziona", ha dichiarato invece la sua avvocata. "Ci vuole il suo tempo, ma con prove oggettive si arriva a un punto".
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra novanta giorni. In particolare, Caffo è stato accusato per la "sistematica e continuativa attività di prevaricazione" nella coppia, dove sarebbero volati pesanti insulti, percosse e violenze fisiche tali da allarmare i vicini di casa, comportamenti di “controllo ossessivo e maniacale”, minacce “con frequenza settimanale”, lanci di oggetti. Episodi che, secondo l'accusa, sarebbero sfociati nelle lesioni dell'estate 2020 quando il 36enne avrebbe afferrato "violentemente la mano destra" della compagna "contorcendogliela" e rompendole un dito.
"Hanno colpito me per educarne mille, io sono uno", il commento invece del filosofo, che ha già annunciato ricorso in Appello. "Il futuro che vedo è pessimo e mi spiace profondamente per le persone coinvolte. "Tutto quello che ho fatto l'ho fatto per cercare di stare con mia figlia, e ho senz'altro fallito. Tornando indietro, se dovessi cambiare la cosa che andava cambiata non sarebbe nata mia figlia, e sono felice che sia in vita. Auguro a lei e alla madre tutto il bene possibile perché il bene non si cancella".