Legionella a Cremona, il direttore sanitario dell’ospedale: “Non c’è evidenza di focolai”
Nessuna evidenza di focolai di legionella, almeno al momento, in provincia di Cremona. A rassicurare i cittadini dopo i due casi di polmonite da legionella registrati nel Cremonese è il direttore sanitario dell'Azienda socio sanitaria territoriale di Cremona, Rosario Canino: "Sono due pazienti non collegati tra di loro, non fanno parte dello stesso nucleo familiare, e sono arrivati alla nostra struttura in momenti diversi", spiega il direttore sanitario a Fanpage.it. I due uomini, residenti in comuni differenti, a Cremona città e Annicco, sono stati ricoverati nel nosocomio cremonese nei giorni scorsi: "Uno dei due pazienti ha circa settant’anni e ha una patologia oncologica abbastanza grave, ricoverato in Pneumologia – continua Canino -. Questo paziente è in condizioni critiche perché una polmonite in un paziente immunodepresso ha una aggressività differente da un paziente non immunodepresso. L’altro uomo ha circa 48 anni e ha una semplice polmonite, è ricoverato in Nefrologia ed è stabile".
L'Ats Valpadana ha già attivato tutti i protocolli
La legionella, ricordiamo, è un batterio che vive negli ambienti acquatici come ad esempio impianti idrici, serbatoi e tubature: si moltiplica a temperature comprese tra i 25 e i 45 gradi e in presenza di stagnazione dell'acqua, incrostazioni e sedimenti. Al di sotto dei 20 gradi la legionella non si sviluppa e non è pericolosa. "Con l’abbassamento delle temperature, tipiche di questa stagione – prosegue il direttore sanitario dell’Asst cremonese – è normale registrare qualche caso di infezione da legionella". I sintomi della malattia sono febbre, brividi e tosse, ma nei casi più gravi può sfociare in polmonite. Il contagio avviene attraverso l'inalazione di minuscole gocce (aerosol) di acqua contaminata. La legionella non si trasmette da persona a persona, attraverso gli alimenti o bevendo l'acqua. Le autorità sanitarie sono già informate: l'Agenzia per la tutela della salute Valpadana, competente sul territorio cremonese, ha già attivato tutti i protocolli. "Al momento – conclude Canino -, non c’è ancora nessuna evidenza di focolai".