Lega, cosa sappiamo sull’indagine Lombardia Film Commission e i presunti fondi neri
Un intricato sistema di passaggi di denaro tra società, architettato secondo gli inquirenti per creare presunti fondi neri sotto la direzione di commercialisti vicini alla Lega. Le indagini della Procura di Milano sul caso Lombardia Film Commission proseguono con gli interrogatori dei tre contabili arrestati il 10 settembre per la vicenda dell'acquisto a prezzo ritenuto gonfiato di un capannone a Cormano, nel Milanese, da parte dell'ente controllato da Regione Lombardia. Un quadro finito anche in una segnalazione di operazioni sospette dell'Uif di Bankitalia del 2019, riportata in un'informativa trasmessa lo scorso aprile dalla guardia di finanza ai magistrati di Milano, che indicava “attività” non coerenti e “operazioni sospette per pagare lo staff di Salvini”.
La compravendita dell'immobile di Cormano
I tre professionisti finiti ai domiciliari sono Alberto di Rubba, ex presidente Lombardia Film Commission all'epoca dei fatti, direttore amministrativo della Lega alla Camera, Andrea Manzoni, revisore contabile della Lega al Senato, e Michele Scillieri nel cui studio, in via privata delle Stelline 1 a Milano, è stata fondata la "Lega per Salvini Premier".
La compravendita finita nel mirino degli inquirenti della Procura di Milano risale al 2017. All'epoca Di Rubba era presidente e Scillieri consulente di Lombardia Film Commission, l'ente per la promozione del cinema sul territorio lombardo. La direzione di Lfc decise di cambiare sede, comprando uno stabile a Cormano per 800mila euro. A incassare la somma è stata l'immobiliare Andromeda, amministrata da Fabio Barbarossa, cognato e cliente di Scillieri, che aveva comprato a sua volta lo stabile dalla Paloschi srl. Una società, ora cancellata, il cui liquidatore era Luca Sostegni, arrestato a metà luglio, mentre stava cercando di prendere un aereo per il Brasile, con l'accusa di peculato ed estorsione.
Gli arresti e la ricostruzione sui passaggi di denaro
Proprio l'arresto di Sostegni ha segnato un punto di svolta nelle indagini dei pubblici ministeri milanesi Eugenio Fusco e Stefano Civardi, da cui è emerso come il bando per la vendita dell'immobile sia stato disegnato "su misura". Inoltre Sostegni avrebbe in seguito ricattato i commercialisti, minacciando di parlare dell'operazione alla stampa se non avessero versato a suo favore 50mila euro. Per questo è indagato anche per estorsione.
Pochi giorni dopo il fermo di Sostegni, i finanzieri sono entrati negli uffici di Regione Lombardia per acquisire documenti relativi al caso Lombardia Film Commission. L'attenzione degli inquirenti si è concentrata sul percorso compiuto dal denaro incassato da Andromeda per la vendita del capannone. I pm vogliono verificare il possibile collegamento tra l’operazione immobiliare e alcuni conti aperti dai commercialisti vicini al partito, che sono anche nel mirino di Bankitalia. Quello che emerge è un sistema di strutture societarie “complesse”. Molte delle quali, come già era stato portato alla luce da un servizio di Report, sarebbero collegate a Di Rubba attraverso parenti, vicini e collaboratori. Il giro di denaro, secondo l'ipotesi dell'accusa, sarebbe servito per creare fondi da mettere a disposizione del partito. Una parte dei soldi sarebbe stata usata per operazioni immobiliari come l'acquisto di due ville sul lago di Garda. Tra i canali di "passaggio" del denaro potrebbe esserci anche una fiduciaria panamense con sede in Svizzera e la fiduciaria Fidirev.
Il 10 settembre è scattato l'arresto di Di Rubba, Manzoni e Scillieri. Ai tre contabili sono contestati a vario titolo i reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Per i magistrati i tre avrebbero avuto la possibilità di raggiungere “i piani altissimi della politica” e sarebbero stati “infiltrati nelle istituzioni” ai massimi livelli, con una forte "capacità di inquinamento probatorio".
Il presunto collegamento con le indagini sui 49 milioni della Procura di Genova
Gli inquirenti di Milano e Genova indagano anche sul presunto collegamento tra Lombardia Film Commission e l'inchiesta sui 49 milioni di euro ottenuti dalla Lega come rimborsi elettorali e che il Carroccio deve restituire. Dagli interrogatori svolti negli ultimi giorni è emerso anche che Michele Scillieri avrebbe avuto l’incarico di vendere la sede del Carroccio in via Bellerio a Milano prima che la Procura di Genova ne disponesse il sequestro. Lo ha raccontato ai pm Luca Sostegni, spiegando che Scillieri "si vantava delle amicizie che aveva con Di Rubba e altri esponenti locali della Lega, tanto da aver ricevuto un incarico per cercare di vendere la sede della Lega".
Salvini "tranquillissimo", ma aveva incontrato i commercialisti
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, anche dopo gli arresti dei tre commercialisti si è detto "tranquillissimo" sull'indagine, escludendo qualsiasi collegamento tra l'indagine Lombardia Film Commission e i fondi della Lega. Salvini ha spiegato di aver conosciuto due delle tre persone arrestate, che "sono oneste e dubito che abbiano fatto qualcosa di sbagliato”. Il rapporto tra lui e i commercialisti potrebbe però essere più stretto di quanto il leader del Carroccio abbia sostenuto. Una foto scattata nel gennaio 2015, diffusa da Report sui suoi canali social, mostra Salvini in una nota discoteca di Milano con Di Rubba, il tesoriere del partito Giulio Centemero e Andrea Manzoni.