Lecco, condannati in 6 per le tangenti all’ospedale di Merate tra funzionari pubblici e imprenditori
Sono state sei le condanne arrivate per tangenti nell'ambito del processo per corruzione e turbativa d'asta, nel quale nove erano gli imputati, relative alla ristrutturazione dell'ospedale di Merate, cittadina in provincia di Lecco. Tra loro, funzionari pubblici e imprenditori.
Tutte le condanne al processo contro funzionari pubblici e imprenditori
Dei sei condannati, l'ex funzionario dell'azienda ospedaliera Michele Rigat è stato condannato a 6 anni e 3 mesi di carcere mentre l'imprenditore Giovanni Maria Castelli dovrà scontare una pena di 4 anni e 8 mesi, così come il suo dipendente Patrizio Zoaldi. Quattro anni anche al capocantiere dell'impresa edile Castelli, Marco Fascendini, mentre Mauro Meraviglia, altro imprenditore, dovrà trascorrere 12 mesi dietro le sbarre. Quattro mesi infine a Claudio Redaelli, anch'egli imprenditore. L'inchiesta era stata avviata nel 2013 quando vennero nutriti sospetti sull'appalto da 387.000 euro per la ristrutturazione del nosocomio Mandic. Secondo l'accusa, Rigat – il funzionario dell'Asst – avrebbe intascato due tangenti per un valore totale di 9.000 euro in un periodo di tempo compreso tra luglio ed ottobre 2013. L'intento era quello di favorire l'impresa edile dove lavoravano il capocantiere Fascendini. Tutti assolti gli altri tre imputati.
Si intascavano i soldi per i migranti, indagati
Sempre a Merate, e in altre città della Brianza e del Lecchese, un totale di sei persone sono state indagate lo scorso inizio di settembre per una truffa ai danni dello Stato da quasi un milione di euro. La Procura di Lecco aveva ipotizzato che i soldi ricevuti dallo Stato per l'accoglienza dei migranti fossero finiti nelle tasche degli amministratori della onlus. Dei 35 euro quotidiani versati per ogni ospite accolto, ne venivano effettivamente investiti solo un settimo. Il resto della somma sarebbe stato utilizzato per vacanze di lusso, automobili e prelievi da decine di migliaia di euro.