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Le tolgono il figlio disabile perché se ne prende troppa cura: “Mi sgridano se lo abbraccio e bacio”

Carlovittorio è stato portato via dai servizi sociali nel 2021 per “ipercura” della madre, accusata di non accettare la sua disabilità e di imporgli a tutti i costi una vita come gli altri. “Cerco solo di tenerlo in vita nel migliore dei modi”, le parole della donna. Oggi il caso finisce in Parlamento. “Le condizioni di mio figlio, lontano dalla famiglia, sono peggiorate”
A cura di Francesca Del Boca
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Portato via per "ipercura" da parte della madre. Trasportato di peso fuori casa dalle forze dell'ordine, in un giorno qualsiasi di agosto. L'accusa per la donna? Quella di non aver accettato la disabilità del figlio, "costringendolo" a frequentare il liceo e a condurre a tutti i costi una vita il più possibile simile a quella dei suoi coetanei.

Per questo motivo nel 2021 Carlovittorio, 20 anni e una grave disabilità dovuta a danni da parto, dopo una segnalazione dei servizi sociali è stato allontanato dalla sua casa di Rezzato (Brescia) e affidato a un amministratore di sostegno: attualmente, dopo aver girato per altre strutture, è ricoverato in un centro residenziale per anziani.

L'accusa nei confronti della madre, però, è stata definitivamente archiviata nel febbraio del 2022. E Carlovittorio ancora non è tornato dai genitori, nonostante un'ordinanza di dicembre 2022 del giudice di Brescia abbia stabilito il rientro in prova di tre mesi. Così oggi, dopo un'interrogazione parlamentare della deputata M5S Stefania Ascari al ministro della Giustizia Carlo Nordio e l'udienza di ieri presso il Tribunale di Brescia, ancora resta sospesa la sorte del ragazzo.

Le condizioni di Carlovittorio oggi

Nel frattempo però le sue condizioni lontano da casa, secondo quanto denuncia la famiglia, sarebbero drammaticamente peggiorate.

"Da 43 chili oggi ne pesa 32, ha smesso di alimentarsi per bocca, dopo 18 anni in cui mangiava con le persone che conosceva, dalla mamma, al papà, ai nonni. La sua unica protesta possibile, non potendo parlare, è stata questa", le parole della mamma Patrizia Tibaldo nel suo intervento a Montecitorio.

In attesa che il giudice si pronunci sul suo futuro, da due anni la donna può vedere il figlio solo 20 minuti a settimana, rigorosamente sotto stretta sorveglianza."È ridotto a un mucchietto di ossa, tutto piagato, svuotato, senza più un muscolo. E io vengo sgridata se lo abbraccio e lo bacio”.

"Non può stare senza la mamma"

Un allontanamento che ha spezzato anche una famiglia. "È stato un dolore, un trauma, uno strappo grandissimo. A parole non si può spiegare", il racconto della mamma. "Io non posso stare senza di lui, e lui non può stare senza di me perché è un ragazzo gravemente cerebroleso. Ma nonostante questo ha un'intelligenza incredibile, capisce tutto, comprende tutto. Non ha problemi cognitivi: quell'area del suo cervello non è stata danneggiata".

E ha ribadito: "Per questo cerco di tenerlo in vita nel migliore dei modi. Sono stata accusata di non aver accettato la disabilità di mio figlio. Ma io so chi ho davanti, l'ho sempre saputo. Conosco bene la gravità delle sue condizioni. E il mio dovere è curarlo, per farlo vivere di più e meglio. Perché non può studiare, perché non può accedere a un programma educativo?".

La deputata Stefania Ascari, l'avvocata Laura Andrao, il neuropsichiatra Maurizio Brighenti e la madre di Carlovittorio Patrizia Tibaldo a Montecitorio
La deputata Stefania Ascari, l'avvocata Laura Andrao, il neuropsichiatra Maurizio Brighenti e la madre di Carlovittorio Patrizia Tibaldo a Montecitorio

Il rientro a casa costa 12mila euro al mese

"Al momento il rientro a casa di Carlovittorio è stato definito con modalità inaccettabili: tre giorni a settimana, con un’assistenza infermieristica di 24 ore al giorno per un costo di mille euro al giorno. Un totale di 12mila euro al mese, una cifra insostenibile per la famiglia", le parole della deputata Stefania Ascari a Fanpage.it. Condizioni stabilite dal consulente tecnico d'ufficio alla fine dello scorso anno, e rigettate con forza dalla famiglia.

"Assistenza infermieristica di 24 ore di cui, peraltro, non dispone neanche nella struttura in cui adesso è ricoverato. Una misura prevista solo come forma di controllo nei confronti della madre: l'infermiera non serve a sostenere davvero Carlovittorio, e la madre se la deve pure pagare. Tutto questo è inammissibile".

Una vita come gli altri

"La madre ha fatto di tutto per andare oltre all'invalidità del figlio: è riuscita a portarlo al liceo, a studiare delle nuove modalità di comunicazione alternativa. Si è attivata per fare in modo che stesse bene, che avesse gli stessi diritti degli altri", sempre le sue parole.

Poi, nel 2021, la segnalazione dei servizi. "Invece di vedere questa modalità come un esempio, hanno visto ipercura e insistenza. La verità è che gli invalidi, per la nostra società, sono sempre un peso. Invece questa madre ha fatto di tutto per far comunicare il figlio, farlo uscire di casa e non confinarlo in un letto. Dove sta adesso, ormai da mesi".

L'appello da parte della famiglia, affiancata dalla deputata Ascari, è forte e chiaro. "Carlovittorio deve tornare a casa. Ma non alle inaccettabili condizioni dettate dal Ctu: sono un vero e proprio ricatto, solo ed esclusivamente per continuare a confinare il ragazzo in casa. Il ministro Nordio e le istituzioni devono urgentemente rispondere".

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