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Omicidio di Giulia Tramontano

L’omicidio di Giulia Tramontano, cosa è successo e perchè Alessandro Impagnatiello l’ha uccisa

Alessandro Impagnatiello è stato arrestato per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano. Era stato lui a denunciare la scomparsa della 29enne nel pomeriggio di domenica 28 maggio, inscenando una sua fuga fino alla confessione arrivata nella serata di mercoledì 31 maggio.
A cura di Enrico Spaccini
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Dopo quattro giorni di ricerche, Alessandro Impagnatiello ha confessato. È stato lui a uccidere la sua fidanzata, Giulia Tramontano, incinta al settimo mese la sera di sabato 27 maggio con 37 coltellate. La 29enne aveva scoperto che il suo fidanzato aveva una relazione con un'altra donna.

Il barman 30enne avrebbe, quindi, deciso di ucciderla, di disfarsi del corpo e di inscenare una sua fuga da casa. Di fronte alle evidenze portate alla luce dalle indagini, Impagnatiello la sera di mercoledì 31 maggio, è crollato. Mentre il 30enne si trova a San Vittore, gli investigatori stanno tentando di ricostruire la cronologia di questi ultimi giorni, fatti di depistaggi e di appelli disperati.

L'autopsia e gli esami tossicologici hanno evidenziato come il barman avesse avvelenato per mesi Tramontano e il feto: avrebbe somministrato veleno per topi, cloroformio e ammoniaca. Diverse tracce sono state trovate nel sangue e nei capelli della 29enne e del bimbo.

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Sabato 27 maggio, l'incontro con l'altra donna e l'omicidio

Tutto ha inizio alle 17 di sabato 27 maggio. Giulia si trova fuori dall'Armani Bamboo bar e sta parlando con una ragazza italo-inglese di 23 anni. Da qualche giorno, infatti, aveva scoperto che quella ex collega del suo fidanzato aveva una relazione con lui. Non solo, era rimasta incinta a gennaio e aveva interrotto la sua gravidanza. Anche Giulia era incinta, ma al settimo mese. In quegli stessi minuti, Alessandro sta cercando sul suo computer un metodo per uccidere la sua fidanzata e per bruciarne il cadavere.

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Alessandro uccide Giulia e prova a bruciarne il corpo

Le telecamere di videosorveglianza vicine alla sua abitazione a Senago la riprendono per l'ultima volta intorno alle 19:05. È tornata a casa, decisa a parlare di quell'incontro con la 23enne con Alessandro. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, in questi minuti avviene l'omicidio. Nella fascia oraria che va dalle 19:05 alle 20:30 Giulia e Alessandro litigano. Lui la uccide colpendola per tre volte con un coltello, dopodiché prova a bruciare il corpo nella vasca da bagno senza successo.

I messaggi sul telefono di Giulia scritti dal fidanzato

Quella sera dal telefono di Giulia partono gli ultimi due messaggi. Uno diretto alla 23enne con cui si era incontrata poco prima in cui scrive di lasciarla stare e l'altro, alle 21:43 alla mamma: "Non ti preoccupare madre ora vado a riposare". Lo stile è quello che la 29enne di solito usa con sua mamma, ma a scrivere è Alessandro. E sarebbe stato lui a inviare anche il messaggio all'amante, la quale si è insospettita per i toni più duri di quelli utilizzati nel loro incontro.

Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello cerca l'altra donna

Il barman 30enne si presenta alle 2 della notte tra sabato e domenica sotto casa dell'amante 23enne. Prova a farla uscire dicendole che Giulia se n'è andata e che ormai è un uomo libero. Non solo, il bambino che la 29enne porta in grembo, dice, non è suo. Una bugia testimoniata anche dal fatto che Alessandro pochi minuti prima aveva cercato su internet un modo per creare un test del Dna falso per ingannare l'amante.

La 23enne, però, non lo fa entrare e Alessandro torna a casa. A quel punto, carica il corpo di Giulia nella sua Volkswagen T-Roc e cerca un posto dove nasconderlo. Di questo sono state trovate tracce che lo confermano, come il sangue sui sedili e la puzza di benzina nella vettura. Scarica il cadavere e prova ancora a bruciarlo, ma per la seconda volta non ci riesce. Decide, quindi, di nascondere il corpo in un lembo di terra dietro ai box di una palazzina in via Monte Rosa e di tornare a casa.

I depistaggi e la denuncia domenica 28 maggio

Arrivato ormai alla giornata di domenica 28 maggio, inizia la messinscena per provare a ingannare tutti, dai militari alla famiglia della sua fidanzata che aveva appena ucciso. Pochi minuti dopo le 17 telefona alla mamma della 29enne e le chiede se aveva sue notizie. Lei gli dice che non la sente dalla sera prima e che si stava iniziando a preoccupare. Allora Alessandro decide di denunciare la scomparsa di Giulia.

Giulia Tramontano
Giulia Tramontano

Intorno alle 18 racconta ai carabinieri di essere uscito quella mattina intorno alle 7 per andare al lavoro. Una volta rientrato, verso le 17, Giulia non c'era. Ai militari ha riferito anche di aver visto che da casa mancava il suo passaporto, circa 400 euro in contanti e una borsa.

Al lavoro Alessandro ha incontrato anche la 23enne, la quale hai carabinieri ha detto di aver visto alcuni guanti di lattice di colore azzurro spuntare dallo zaino del 30enne. La ragazza inizia a chiedergli di Giulia, ma il barman risponde in modo vago. È dopo quella conversazione che la giovane italo-inglese ha scritto a Chiara, la sorella della 29enne scomparsa.

La famiglia di Giulia arriva a Senago

Nel frattempo Chiara, sorella di Giulia, è partita da Genova per raggiungere Senago, cosa che ha fatto anche il resto della famiglia partita verso mezzanotte da Sant'Antimo, in provincia di Napoli. La notizia della scomparsa della 29enne diventa di dominio pubblico nel pomeriggio di lunedì 29 maggio, quando Chiara e l'associazione Penelope pubblicano un appello sui vari canali social con la descrizione della ragazza e i contatti da chiamare in caso di avvistamento.

Gli appelli vengono replicati anche in varie trasmissioni televisive e Alessandro inizia a girare Senago fingendo di chiedere ai negozianti se avessero visto passare Giulia. Ad alcuni avrebbe raccontato che la sua fidanzata era uscita a cercare le sigarette, ma che non è più rientrata.

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L'ipotesi che Giulia sia stata uccisa dal compagno

Martedì 30 maggio il cugino di Giulia racconta a Fanpage.it che negli ultimi giorni la 29enne era scossa per aver scoperto il tradimento di Alessandro. Man mano che le ore passano iniziano a crescere dubbi sulla versione fornita dal 30enne ai carabinieri.

Anche la madre di Giulia ha più volte ripetuto che sua figlia non si sarebbe mai allontanata di sua spontanea volontà. Tantomeno ora che in grembo aveva un figlio, non avrebbe mai corso un pericolo del genere. Tuttavia, anche quando tutto sembra alimentare un qualche coinvolgimento di Impagnatiello, la sorella di Giulia ha rinnovato l'invito a non arrivare a conclusioni affrettate, ma anzi di cercare Giulia con più energia.

Alessandro Impagnatiello confessa l'omicidio e l'occultamento del cadavere"

Le indagini si fanno più serrate. All'allontanamento volontario ipotizzato nei primi giorni, si affianca la possibilità del femminicidio, o dell'istigazione al suicidio. Mercoledì 31 maggio l'inchiesta si fa più serrata e Alessandro viene iscritto nel registro degli indagati.

I carabinieri raggiungono l'appartamento di Senago pochi minuti prima delle 21. L'intenzione è quella di prelevare un indumento di Giulia da poter dare come riferimento al fiuto dei cani molecolari, mentre i Ris passano con il luminol l'appartamento e le aree comuni del condominio.

Alessandro torna a casa verso le 22 per prendere i suoi effetti personali. È indagato ma a piede libero, però non può restare nel suo appartamento perché è stato posto sotto sequestro. Viene data la conferma del ritrovamento di alcune tracce biologiche riconducibili a Giulia nella sua auto e vengono posti i sigilli alla casa. Poco dopo si scopre che il 30enne ha confessato. Quando ha capito che gli investigatori avevano ormai trovato indizi schiaccianti, è crollato.

È stato proprio Alessandro a indicare ai militari dove cercare il corpo della fidanzata. Il cadavere viene ritrovato intorno all'una della notte tra mercoledì e giovedì 1 giugno, nascosto in una intercapedine in via Monte Rosa a Senago dietro un edificio che ospita alcuni box.

Cosa ha rivelato l'autopsia

L'autopsia eseguita sul corpo di Giulia venerdì 9 giugno ha accertato che la ragazza è stata colpita con almeno 37 coltellate, di cui due fatali all'altezza del collo. I colpi sono stati inflitti sempre sulla parte alta del corpo e quindi non all'altezza della pancia con all'interno il feto. E ancora: Giulia è stata colpita, molto probabilmente all'inizio, alla schiena non avendo avuto il tempo così di difendersi. Non sono stati trovati né sulle braccia né sulle mani segni che lascino pensare a una reazione da parte della ragazza.

Gli esami tossicologici hanno però permesso di scoprire che per mesi Impagnatiello ha avvelenato la ragazza: le avrebbe sciolto nelle bevande calde del topicida. Si tratterebbe del bromodiolone, un veleno potentissimo. Nel fegato della 29enne sono stati trovati 9,15 nanogrammi per ogni grammo di veleno. La placenta avrebbe fatto da scudo al  feto: nei tessuti ne sono stati trovati 0,29 nanogrammi.

Il barman avrebbe provato ad avvelenare la compagna con cloroformio e anche ammoniaca. Nel primo caso, ne è stato trovato un flacone in casa. Impagnatiello lo avrebbe acquistato su Internet con un falso nome. Nel secondo invece sono state rinvenute alcune chat Whatsapp che ne dimostrerebbe l'utilizzo: "L'acqua che abbiamo preso puzza terribilmente di ammoniaca", aveva scritto la 29enne alla famiglia.

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