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Omicidio di Giulia Tramontano

Le ricerche su internet che hanno incastrato Alessandro Impagnatiello: c’è anche “Alberto Stasi”

Alessandro Impagnatiello aveva fatto ricerca sul web sia prima che dopo aver ucciso la compagna 29enne Giulia Tramontano, incinta di sette mesi: ecco cosa aveva cercato.
A cura di Giorgia Venturini
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Si era informato Alessandro Impagnatiello. Aveva fatto ricerca sul web sia prima che dopo aver ucciso la compagna 29enne Giulia Tramontano, incinta di sette mesi. Stando a quanto riferiscono gli investigatori la ragazza è stata assassinata con tre coltellate la sera di sabato 27 maggio, tra le 19.05 (l'ultima volta che Giulia viene ripresa da una telecamera di video sorveglianza della zona) e le 20.30 circa.

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Prima di incontrare e uccidere la compagna Alessandro Impagnatiello si era collegato sul web e aveva cercato informazioni utili per l'omicidio. Come si legge dalla carte della Procura, "significative sono le ricerche effettuate sabato 27, poco prima, giova sottolinearlo, che Giulia tornasse a casa a seguito dell'incontro" con l'altra donna di Impagnatiello. Da qui la Procura contesta al 30enne la premeditazione, cosa che invece lui ha smentito nel secondo interrogatorio svolto nella mattinata di oggi 2 giugno.

Cosa ha cercato sul web Alessandro Impagnatiello il giorno dell'omicidio

Poche ore prima di incontrare Giulia per l'ultima volta ha digitato sulla tastiera le seguenti parole: "Ceramica bruciata vasca da bagno". Il 30enne infatti dopo aver ucciso Giulia con tre coltellate ha trascinato il corpo nella vasca da bagno e ha provato a darle fuoco. Non riuscendoci ci ha ritentato una seconda volta cospargendo il corpo di benzina e incendiandolo nel box di casa. Anche in questo caso il suo piano è fallito: da qui la decisione di avvolgere il cadavere in teli e lasciarlo nelle sterpaglie poco lontano dal loro appartamento.

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Le ricerche nei giorni successivi

Le ricerche online sono andate avanti anche nei giorni successivi l'omicidio. Come si legge sulle carte della Procura "anche le ricerche successive evidenziano la costante attenzione dell'indagato per la vicenda, verosimilmente al fine di monitorare gli esiti della vicenda".

Due giorni dopo, il 29 maggio, online aveva cercato: "ragazza ritrovata dopo 23 anni"; "scomparsa allontanamento volontario"; "Giulia Tramontano"; "ceramica bruciata"; "valigie vecchie"; "24 ore scomparsa" e "giornalisti fuori casa". Tra le ricerche che hanno suscitato più sospetti c'è anche quella di "Alberto Stasi Bollate": il 30enne ha cercato informazioni sul ragazzo rinchiuso nel carcere di Bollate dal dicembre 2015 con l'accusa di aver ucciso il 13 agosto del 2007 a Garlasco la fidanzata Chiara Poggi. Perché ha cercato informazioni su Stasi? Sarà lo stesso Alessandro Impagnatiello a chiarirlo nei vari interrogatori.

Sul web il 30enne avrebbe cercato anche qualche informazioni su uno zaino. Non è ancora chiaro perché cercava uno zaino, ma sicuramente è stato uno zaino a far insospettire la sua collega barista di 23 anni con cui aveva una relazione. La giovane non sapeva dell'esistenza di Giulia: le due ragazze si sono incontrare il pomeriggio del giorno dell'omicidio e hanno capito di essere state manipolate dallo stesso uomo. Tra le due ragazze c'è stata solidarietà. Anzi è stata la 23enne a preoccuparsi dopo non aver sentito più Giulia: avrebbe chiesto di lei spesso ad Alessandro Impagnatiello che ha sempre fatto il vago. La 23enne ha avuto forti sospetti quando ha visto il 30enne arrivare al lavoro con uno zaino con all'interno dei guanti di plastica.

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