Le psicologhe indagate per favoreggiamento di Alessia Pifferi si sono rifiutate di rispondere al pm
Si sono avvalse della facoltà di non rispondere le due psicologhe indagate, insieme ad altre due colleghe, per falso e favoreggiamento dalla Procura di Milano. Il pubblico ministero Francesco De Tommasi che le ha interrogate nella giornata di oggi, giovedì 4 aprile, sostiene che le professioniste abbiano aiutato Alessia Pifferi, imputata per aver lasciato morire di stenti la sua figlia di 17 mesi a luglio 2022, a ottenere la perizia psichiatrica anche attraverso la presunta manipolazione di un test per accertare un grave disturbo cognitivo. Insieme a loro, è indagata anche Alessia Pontenani, l'avvocata che difende la 38enne.
Le accuse nei confronti delle due psicologhe
La prima a comparire davanti al pm nella mattinata del 4 aprile è stata una psicologa di 44 anni. Lei è accusata di aver partecipato alla somministrazione del test di Wais per misurare il quoziente intellettivo di Pifferi "predisponendo i relativi protocolli con i punteggi già inseriti". Inoltre, la 44enne avrebbe realizzato la relazione datata 3 maggio 2023 che avrebbe attestato un punteggio di 40, come quello di una bambina che invece è stata ufficialmente firmata da un'altra psicologa del carcere, già indagata e perquisita lo scorso gennaio.
Poche ore più tardi è stato il turno della collega 67enne. Lei non avrebbe partecipato alla somministrazione del test, ma avrebbe scritto la relazione "revisionando la versione originaria" e cambiando "alcuni grafici" sulla base di quanto "riferitole verbalmente" sul contenuto dei "colloqui" clinici avvenuti in cella.
"In questo momento è prematuro ogni dialogo con l'inquirente"
Entrambi i colloqui si sono tenuti al quinto piano del Palazzo di Giustizia di Milano e sono durati pochi minuti. "Ho suggerito alla mia assistita di avvalersi della facoltà di non rispondere non perché ci si voglia sottrarre o si tema il confronto nel merito, ma perché in questo momento sarebbe prematuro ogni dialogo con l'inquirente", ha dichiarato l'avvocato Alessandro Pistochini che difende la psicologa 67enne: "Lasciamo al pm tempo e modo di compiere tutti gli approfondimenti che ritiene utili, noi siamo tranquilli e fiduciosi".
Il prossimo 12 aprile si terrà la requisitoria del pm De Tommasi e le arringhe dell'avvocata Pontenani e della parte civile. Se gli interventi si concluderanno entro le 14:30, i giudici popolari potrebbero emettere la sentenza nei confronti di Alessia Pifferi, imputata di omicidio volontario pluriaggravato.