Le prime parole di Niccolò Maja dopo la strage di Samarate: “Mamma e Giulia vivono in me”
"Mi sento sereno. Mia mamma e mia sorella Giulia sono sempre con me, e vivono in me". Sono le prime parole di Niccolò Maja, unico sopravvissuto alla notte del 4 maggio in cui dentro la villetta di Samarate (Varese) il padre Alessandro Maja uccise a martellate la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia, lasciando l'altro figlio Niccolò in fin di vita. Oggi, dopo mesi di coma, è tornato alla vita.
Oggi Niccolò sa la verità. Sa che la mamma e la sorella, portate via dalla furia ancora senza nome del padre, non ci sono più. Ma riesce a non farsi travolgere dal dolore. "Sto bene", dichiara al quotidiano locale La Prealpina. Ma il percorso attraverso la sofferenza, fisica e mentale, non finisce certo qui. "Sarà ancora lunga, ci vorrà del tempo".
I mesi di coma per le ferite alla testa inferte dal padre Alessandro Maja
Dentro la villetta insanguinata, gli inquirenti trovarono un martello, un trapano e un coltello. E il padre, Alessandro Maja, senza vestiti e fuori di sé. "Li ho uccisi tutti, bastardi", raccontano di averlo sentito gridare dal terrazzo. Tutti tranne lui, il primogenito Niccolò. 23 anni, un futuro promettente come pilota di aerei e il tifo sfegatato per il Milan.
A causa delle profonde ferite alla testa, inferte dal padre con violenza inaudita, cade in un coma profondo che inizialmente lascia poco spazio alle speranze. Accanto a lui i nonni materni, che adesso vivono insieme a lui, e la squadra rossonera di Stefano Pioli: "Forza Niccolò, ti aspettiamo. Sappiamo che sei molto forte e che reagirai", gli gridano direttamente da Milanello.
Il ritorno a Samarate dopo quattro mesi in ospedale a Varese
E Niccolò, mese dopo mese, torna davvero. A settembre lascia l'ospedale di Varese e dopo quattro mesi fa ritorno a casa, per le vie di Samarate. Con grandi difficoltà motorie, ma con lo sguardo rivolto verso il futuro. La strada sarà ancora lunga, sì. Ma il ragazzo con la passione per gli aerei e per il calcio ce l'ha fatta. Presto andrà a stare definitivamente dai nonni, a Cassano Magnago, cercando così di lasciarsi il passato alle spalle.
La strage famigliare di Samarate
Resta in carcere intanto Alessandro Maja, il padre di Nicolò che nella notte tra il 3 e il 4 maggio uccise Giulia, la figlia di 16 anni, e la moglie 56enne Stefania Pivetta. La consorte, mentre dormiva sul divano al piano terra, sotto un plaid. La seconda, mentre riposava nella sua cameretta. Resta ancora ignoto il movente, la miccia che ha scatenato la follia omicida dell'uomo. Così come resta ancora da stabilire se Alessandro Maja non stesse pianificando da tempo la strage di moglie e figli.E se abbia deciso di agire finalmente, indisturbato, in quella notte di primavera.