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Ilaria Salis dalla detenzione all'elezione in Europa

Processo a Ilaria Salis, il ragazzo aggredito a Budapest non la riconosce tra i suoi assalitori

Non ha riconosciuto Ilaria Salis tra i suoi aggressori Zoltan Toth, il primo testimone sentito come parte lesa nel processo a carico della 39enne attivista italiana a Budapest.
A cura di Francesca Del Boca
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Ilaria Salis
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Dopo 15 mesi di reclusione nel carcere di Budapest sono stati concessi ieri i domiciliari a Ilaria Salis, l'attivista 39enne arrestata nel febbraio 2023 con l'accusa di aver aggredito alcuni militanti di estrema destra durante una manifestazione. E oggi per la prima volta, in occasione della terza udienza del processo a suo carico in Ungheria, è apparsa libera, senza catene in aula.

Al centro del dibattimento, in mattinata, è stata la deposizione di una presunta vittima delle aggressioni contestate, che non ha riconosciuto Ilaria Salis tra i suoi assalitori. "Non sono in grado di riconoscere nessuno di quelli che mi hanno aggredito", ha detto il teste Zoltan Toth. "Prima di entrare nell'ufficio postale mi ha chiamato una donna con i capelli biondi che mi ha chiesto se partecipavo al Giorno dell'Onore, poi sono entrato nell'ufficio postale e uscendo sono stato aggredito", è stata la sua testimonianza, con voce camuffata. "Mi hanno colpito alla testa e sono caduto per terra cercando di proteggere la faccia".

Ilaria Salis si è sempre dichiarata innocente, ma l’accusa ritiene di avere prove così decisive da averle offerto addirittura un patteggiamento a 11 anni (ne rischia fino a 24): la maestra elementare monzese è accusata infatti di associazione criminale e di lesioni gravissime (in realtà, referto medico alla mano, giudicate guaribili dai 5 agli 8 giorni).

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