Le possibili vie di fuga dell’assassino di Sharon Verzeni: nuove ipotesi sull’identità dell’uomo in bici
Ci sono più di 60 telecamere sparse per Terno d'Isola, piccolo paese della provincia di Bergamo. E nessuna di queste, dopo un mese di indagini serrate, sembra per ora aver immortalato l'assassino di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate nella notte del 30 luglio scorso mentre passeggiava da sola in via Castegnate: il killer ancora senza nome, intenzionalmente o solo per caso, nel tratto dove si è consumato il delitto sarebbe insomma riuscito a evitare decine e decine di occhi elettronici. Fino a questo momento: secondo quanto emerso di recente, le analisi delle telecamere avrebbero infatti finalmente fornito alcuni elementi definiti "utili".
Uno spiraglio di speranza dopo quasi trenta giorni di silenzio e piste morte. Gli investigatori continueranno comunque anche oggi a lavorare sull'analisi dei sistemi di videosorveglianza e a interrogare possibili testimoni per tentare di isolare ogni dettaglio che potrebbe portare all'identificazione dei soggetti ripresi tra la mezzanotte e le 00.52: tra loro un uomo in bicicletta che proprio nei secondi immediatamente successivi all'aggressione si allontana veloce da via Castegnate, e che presto potrebbe avere un nome e un cognome. E soprattutto rivelarsi, se non il killer, il testimone chiave dell'omicidio, come sperano i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo.
La fuga del killer di Sharon Verzeni negli 850 metri senza telecamere
Quel che è certo, intanto, è che le telecamere presenti in via Castegnate non guardano purtroppo verso il punto dove è avvenuto l'omicidio, all'altezza del civico 32. Una lunga parte della strada, lunga e stretta, non è coperta infatti da sorveglianza pubblica: sono ben 850 metri di "buio", con svariate vie di fuga come un cortile che condominiale sbuca su via don Rota e poi su un’ampia zona a verde, o quella che porta verso il percorso punteggiato di alberi di via Casolini. Sharon, circa dieci minuti prima dell'una, viene ripresa mentre passeggia da sola e da via Mercato svolta in via Castegnate. Pochi secondi dopo, l'inspiegabile aggressione a colpi di coltello.
L’alibi del compagno Sergio Ruocco
Può essere stato chiunque. Ma gli investigatori, al momento, escludono che possa trattarsi del compagno di Sharon, Sergio Ruocco. Ha 38 anni, fa l'idraulico nella vicina Seriate, e per quelle ore avrebbe un alibi di ferro. L'uomo, che non è mai stato indagato, la sera del delitto è stato trovato dai carabinieri a letto, e fatto spogliare del pigiama. Senza contare che persino gli occhi elettronici che puntano sulla casa che i due condividevano in via Merelli avrebbero ripreso l'uscita notturna della giovane, e mai quella del compagno. "Non è stato Sergio", hanno sempre fatto quadrato i familiari di Sharon. "Si stavano per sposare, e tra loro non c'è mai stato un litigio".