Le imprese dell’alpinista Marco Confortola: chi è il “Cacciatore di 8000”

Si chiama Marco Confortola ed è il "cacciatore di 8000". Da tutta una vita scala le montagne di casa, quelle della Valtellina, e dal 2004 le cime più alte al mondo, ovvero le vette che superano gli 8000 metri di altezza. Ieri primo aprile è partito per l'ennesima impresa: in Nepal tenterà il Kangchenjunga (8.586 metri), per poi spostarsi in Pakistan per scalare il Nanga Parbat (8.125 metri). Un'impresa che lo terrà lontano da casa per tre mesi e mezzo. Si tratta del suo 12esimo e 13esimo 8000. È a un passo, dunque, per completare la "corona": la si conquista una volta completate tutte le 14 cime al mondo che superano gli 8000 metri.

Il suo motto è "no pain, no gain", solo chi si impegna otterrà risultati. A Fanpage.it Marco Confortola racconta così la sua ennesima impresa: "In Nepal tenterò il Kangchenjunga, che è la terza montagna più in alta al mondo. L'ho già tentata due volte, nel 2014 e nel 2018 e ho dovuto rinunciare per problemi legati ai miei piedi". Confortola nel 2008 scalò il K2 (8611 m). Nella spedizione morirono undici alpinisti. Lui riuscì a salvarsi, ma fu costretto a subire l'amputazione delle dita dei piedi completamente congelate dopo essere stato costretto a bivaccare durante la notte a oltre 8000 metri. Ma è sempre andato avanti. L'alpinismo "è uno stile di vita particolare che pochissime persone fanno perché al mondo oggi ci sono solo 28/29 persone che hanno fatto tutti gli ottomila con e senza ossigeno, per cui siamo pochissime persone". A Confortola mancano tre cime, il primo 8000 che ha scalato è stato nel 2004, l'Everest. Ogni montagna che ha scalato ha la sua storia, "anche il K2 non la odio, è stata una montagna sincera con me. Perché mi ha lasciato il dono più prezioso che è la vita".

Parola d'ordine in montagna per Confortola è "sicurezza": "Tante volte mi sono fermato anche a pochi metri dalla cima, ascolto le mie sensazioni. Bisogna essere lucidi e analizzare ogni singolo momento, perché non va mai dimenticato che il valore più grande che tutti noi abbiamo è la vita". Nel suo libro scrive: "Io parto: se le cose vanno come devono, torno a casa con la cima; altrimenti non sto lì a rischiare, a fare il fenomeno: torno a casa a mani vuote ma vivo". Ora l'ennesima impresa: dopo giorni e giorni di allenamento Confortola si ritrova ancora dall'altra parte del mondo. "Quando arrivi dall'altra parte del mondo cambia completamente tutto. Ad esempio il campo base del Kangchenjunga è oltre i 5mila metri, mentre mentre per mesi ti sei allenato a 3.800 metri. Devi resistere, devi soffrire in silenzio per riuscire ad acclimatarti". Ora il "cacciatore di 8000" è in Nepal. "Vado avanti per rispetto di tutte le persone che mi hanno supportato e aiutato e anche per una mia passione. Il mio obiettivo ora è riuscire a chiudere la corona". Alla fine ecco chi è il "cacciatore di 8000": "Una persona normale scosta la tenda della finestra, vede che piove, nevica o tira vento e torna placidamente a letto, sotto le coperte calde. Un cacciatore di 8000 non può permetterselo, deve sempre lottare con sé stesso, con il suo pilota automatico, e imporsi una ferrea autodisciplina". Buona 12esima e 13esima impresa.
