Le faide fra rapper sono tutte al maschile, ma ci sono due ragazze dietro vendette e agguati
Facevano da esche per gli agguati. O addirittura, nel caso della fidanzata di Simba La Rue, da vere e proprie mandanti.
La faida tra le due bande rivali
In questa storia tutta al maschile, fatta di violente faide tra gruppi rivali, insulti e agguati di strada, ci sono anche loro. Sempre fidanzate, mai protagoniste. Sottobraccio, a fianco. Solo apparentemente nell'ombra.
Sono le donne della gang, che fanno da sfondo alle vicende (soprattutto giudiziarie) dei fidanzati, membri delle due bande avversarie capeggiate dai rapper Simba La Rue e Baby Touché. Ma che, in realtà, fanno parte delle trame di vendette tra nemici che ormai vanno in scena da mesi, tra le strade del centro di Milano e la provincia di Bergamo. Pedine nella scacchiera del gioco, o giocatrici loro stesse.
Sara Ben Salha, l'esca per l'agguato a Milano
La prima a emergere dalle indagini che hanno portato in carcere Simba La Rue e altre otto persone per agguati, accoltellamenti e il sequestro di persona di Baby Touche, è Sara Ben Salha. Ventenne, studi liceali e, da quest'anno, l’iscrizione a Giurisprudenza: "Vorrei diventare magistrato". Vive in provincia di Lecco, in un piccolo paese. Mamma operaia italiana e papà nordafricano, disoccupato e pregiudicato. Si avvicina alla gang di Simba La Rue, fidanzandosi con uno dei suoi membri.
È Sara a fare da esca per una trappola contro la gang di Baby Touché. Deve uscire con uno dei ragazzi rivali in zona porta Venezia a Milano, portarlo a bere in un locale, flirtare con lui. E nel frattempo, con cellulare e cuffie bluetooth nascoste dietro i lunghi capelli neri, informare amici e fidanzato.
Informazioni preziose ai fini dell'agguato. Ad aggredire il ragazzo all'uscita dal bar alla fine si presentano in sei. Picchiano e scappano. Un inganno orchestrato e recitato alla perfezione, come una vera spia.
Orchestrata non così bene da sfuggire agli arresti, però. La giovane infatti, dopo una parentesi di pochi giorni dentro una cella di San Vittore (dove, tra l'altro, stringerà rapporti con Alessia Pifferi, la 37enne di Ponte Lambro che ha fatto morire di stenti la figlia Diana) sconterà alla fine i domiciliari dall'adorata nonna.
Barbara Boscali e l'imboscata contro Simba La Rue
Un'altra puntata della faida, la più feroce.
È l'alba del 16 giugno 2022 e Simba La Rue sta accompagnando a casa la fidanzata, dopo aver trascorso la nottata insieme a lei. Lei si chiama Barbara Boscali, classe 1991, di Treviolo (Bergamo). E proprio sotto casa della ragazza avviene l'ennesima imboscata: tre persone scendono da una macchina e accoltellano a tradimento Simba. Poi scappano a tutto gas, lasciando il ventenne insanguinato a terra.
Gli inquirenti si insospettiscono fin da subito, dal momento che Simba frequenta soprattutto ambienti milanesi. Come era possibile che gli aggressori sapessero dell'uscita con la fidanzata, in un paese sperduto della Bergamasca? Presto detto. È Barbara la mandante del tentato omicidio. È Barbara a essere in contatto con la gang rivale e a organizzare la trappola: per questo dopo tre mesi viene arrestata, insieme agli esecutori materiali.
"Mi hai venduto, infame", le dice lui. "Dovevano solo venire a umiliarti", replica lei. "Ho urlato e mi son spaventata. Gli ho detto: mi hai ammazzato il tipo, ma che cazzo hai fatto!"
La motivazione? Una vendetta personale, che si intreccia con quella di piazza della gang rivale: una rappresaglia contro il sequestro di Baby Touchè, avvenuto la settimana prima."Mi trattava male, mi picchiava", ha detto lei. Del resto, aveva già denunciato le violenze – sempre e solo sui social, terreno di scontro e modalità di espressione principale di tutti i protagonisti della storia.