“Le condizioni nel Cpr di Milano sono peggiorate con il commissariamento”: la denuncia di un’avvocata
A inizio dicembre 2023 la Guardia di Finanza del Milano ha eseguito un sequestro preventivo d'urgenza del ramo della società che gestisce il Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli del capoluogo meneghino. Stando all'inchiesta, sarebbero state falsificate alcune prestazioni e non sarebbero stati assicurati i servizi nella quantità e qualità di quanto pattuito.
Per mesi, la redazione di Fanpage.it ha infatti raccontato le condizioni di degrado a cui erano sottoposti i trattenuti: cibo scadente, nessuna assistenza medica e condizioni igienico-sanitarie carenti. La struttura è poi stata commissariata dalla Tribunale di Milano, che ha nominato un amministratore giudiziario.
Stando però a quanto raccontato a Fanpage.it dall'avvocata Simona Stefanelli, che difende diverse persone trattenute all'interno del Cpr, le cose non sarebbero cambiate: "Hanno istituito l'informatore legale, che dovrebbe occuparsi di quello di cui era responsabile l'ente gestore. Sostanzialmente è il responsabile del Centro. Anche se nella pratica non è molto chiaro quale sia il suo scopo. Inoltre ultimamente non rispondono più alle mail".
"È sempre questo informatore che invia le nomine agli avvocati. Con gli ultimi due clienti, è arrivata attraverso questo organo. Il problema è che, con uno dei due, è accaduto qualcosa di paradossale. Dopo che è stata rigettata la richiesta d'asilo dalla commissione legale, non mi è stato permesso di presentare ricorso. Il motivo? Ho scoperto che era stato nominato un altro legale".
"L'ultima volta che l'ho visto, mi ha detto che non aveva ancora incontrato il nuovo avvocato. Non so se al collega sia stata comunicata la sua situazione, il problema è che se entro quindici giorni non sarà presentato ricorso, questo ragazzo sarà automaticamente rimpatriato".
"Le cose non sono andate bene già durante l'incontro con commissione territoriale. Al ragazzo avevo spiegato di contattarmi qualora lo avessero convocato. Qualche giorno dopo mi ha rivelato che si era tenuta la seduta, ma che gli avevano tolto il telefono impedendogli così di chiamarmi. Durante l'incontro, gli hanno spiegato che si trattava di una semplice intervista. Invece era la seduta della commissione territoriale. Gli hanno fatto compilare solo un modulo. Non si lavora così: la commissione deve indagare bene sulla storia personale, sul perché si trovi lì".
E non sembrerebbero essere cambiate nemmeno le condizioni di vita all'interno del centro: "Questo ragazzo mi ha detto che mangia pochissimo e quello che mangia, vomita. Ho la vaga impressione che siano peggiorate seriamente. L'ultima volta che sono entrata, nessuno sapeva darmi indicazioni. Ho anche sentito alcune urla".