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Le braccia dei migranti nella Darsena di Milano: l’installazione per ricordare la strage di Lampedusa

L’opera in Darsena è stata realizzata su iniziativa del Municipio 6 del Comune di Milano. “Vogliamo ricordare e sensibilizzare sul tema delle morti in mare e delle migrazioni”.
A cura di Francesca Del Boca
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Una barca rovesciata in mezzo alla Darsena. E decine di braccia che affiorano dall'acqua, tese in cerca di aiuto. Tutto intorno, crisantemi bianchi che galleggiano sul Naviglio milanese. È l'installazione shock che, da questo ottobre, il Municipio 6 ha realizzato per ricordare la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, che causò la morte in mare di 368 migranti in arrivo dalla Libia.

L'opera d'arte per ricordare la strage dei migranti nel 2013

"Abbiamo inaugurato oggi un'opera per ricordare la strage di Lampedusa, nel decennale della tragedia. Un dramma come questo non doveva ripetersi" è stato il commento di Santo Minniti, presidente del Municipio 6. "Una scena che siamo tristemente abituati a vedere nelle immagini che arrivano dal Mediterraneo e che ci trasmette un dovere: tendere la mano", ha detto. "Le braccia che affiorano dall'acqua sono persone che lottano per la propria vita, uomini, donne e bambini che l'indifferenza e le misure ideologiche contro i salvataggi in mare rischiano di trasformare in corpi morti, a riempire quell‘enorme cimitero che è ormai il Mar Mediterraneo", le sue parole durante l'inaugurazione dell'opera, L’opera, prodotta e realizzata dalla società Kineticvibe con il contributo dell’artista italo-argentino Emiliano Rubinacci.

Il naufragio di Lampedusa dieci anni fa

Quella che è passata alla storia come tragedia di Lampedusa del 2013, con 368 morti accertati e circa 20 dispersi, è per il momento una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo mai avvenute dall'inizio del XXI secolo. i superstiti salvati sono stati 155, di cui 41 minori (uno solo accompagnato dalla famiglia). La barca, un peschereccio salpato dal porto libico di Misurata, si è rovesciata al largo dell'isola dei Conigli: secondo quanto ricostruito dalle testimonianze, i motori si sarebbero improvvisamente bloccati e i passeggeri, presi dal panico, avrebbero fatto imbarcare acqua all'interno dell'imbarcazione stracolma, che avrebbe così girato su sé stessa tre volte prima di affondare in mare aperto. 

"C’erano corpi dappertutto, dentro il relitto, incastrati, ma anche sopra e persino attorno alla barca", è stato il racconto di un sommozzatore, Simone D'Ippolito. "Ho visto almeno cento corpi. Tutti morti… non ho mai assistito a una scena del genere. Ma la cosa che mi ha più colpito sono stati quei corpi abbracciati, prima di esalare l’ultimo respiro. Forse perché nessuno di noi vuole morire da solo".

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