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Le bimbe molestate da un istruttore dicevano alle madri: “Ti giuro che non è colpa mia”

La madre di una delle bambine molestate da un istruttore di equitazione ha raccontato come la figlia sta proseguendo la sua vita dopo le violenze subite. Il giovane, condannato in primo grado, ricorrerà in Appello.
A cura di Fabio Pellaco
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Immagine di repertorio
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La sentenza era arrivata lo scorso aprile, il 25enne istruttore di equitazione accusato di aver molestato quattro bambine dai 5 ai 9 anni è stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione. Presto si aprirà in tribunale il processo d'appello, ma oggi, a tre mesi dal deposito della sentenza di primo grado, torna a parlare la madre di una delle bambine, la prima a denunciare quanto stava accadendo alla figlia.

Accusato di aver molestato quattro bambine in un circolo ippico

I fatti risalgono al periodo compreso tra febbraio 2018 e novembre 2019 e si svolgono all'interno di un circolo ippico dell'hinterland milanese dove le bambine si recavano per seguire un corso di equitazione. Il 25enne è stato accusato di aver spinto le piccole all'interno di una selleria e di essersi masturbato davanti a loro. Utilizzando un coltello, avrebbe poi minacciato di ucciderle se avessero raccontato le violenze subite.

La madre della bimba, che all'epoca aveva nove anni, ha raccontato a Il Giorno come era venuta a conoscenza di quello che le era accaduto: "Piangeva disperata, mi ripeteva: "Mamma ho paura". Io la incalzai e lei continuava a dirmi: "Mi vergogno, ti giuro non è colpa mia, non ho fatto niente". Le è rimasto questo senso di colpa per non aver portato fuori le sue amiche più piccole da quella stalla della vergogna".

Oggi la bambina ha tredici anni e nonostante le violenze subite non ha smesso di andare a cavallo: "Non posso dire che stia benissimo, nonostante abbia ripreso a condurre una vita quasi normale. Adesso sarà impegnata nelle gare a Verona, perché l'equitazione non solo è la sua passione ma il suo grande riscatto. Uno sport che lei adora e che le regala soddisfazioni, ma che ci ha letteralmente massacrati. Perché quel brutto ricordo resta un incubo per mia figlia".

Il 25enne condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi

Il 25enne era stato giudicato con il rito abbreviato e il pubblico ministero, nella sua requisitoria, aveva chiesto di concedere l'attenuante della "particolare tenuità del fatto". Il giudice ha però ritenuto che la pena richiesta dall'accusa non fosse congrua e ha condannato l'istruttore a cinque anni e quattro mesi di carcere.

La ragazzina "è ancora oggi seguita da due dottoressa con cui fa psicoterapia – racconta la madre –. Ha gravi disturbi dovuti allo stress subìto. Ci sono momenti in cui mia figlia è terrorizzata. Non è una questione di anni o mesi di condanna, queste sono cose che non devono accadere. Anche perché poi è tutto il resto che è incomprensibile: il circolo ippico dove lavorava quel personaggio non è stato mai punito e questo mi sono permessa di dirlo al presidente del Coni Malagò che ho sentito anche nei giorni scorsi".

Il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò, l'ha rassicurata "promettendole che farà qualcosa. Gli scrissi già tempo fa, visto che rappresentava la legge. Ci ha ribadito che è dalla parte delle vittime. In realtà l'ultima volta non sapeva che il centro ippico fosse ancora aperto e ho dovuto spiegarglielo io".

Il giovane, al quale sarebbe stato riconosciuto un deficit cognitivo e una età evolutiva inferiore a quella anagrafica, al punto da non comprendere il significato dei suoi gesti, ha fatto ricorso in Appello. Il processo sarà celebrato nei prossimi mesi.

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