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L’avvocato Pontenani dopo la condanna: “Ho dovuto consolare Alessia Pifferi che piangeva, faremo ricorso”

L’avvocata della difesa Alessia Pontenani pochi minuti dopo che i giudici della Corte d’Assise si sono espressi con una sentenza all’ergastolo: “Sentenza già scritta, faremo ricorso”.
A cura di Giorgia Venturini
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A sinistra Alessia Pifferi a destra la sua avvocata Alessia Pontenani
A sinistra Alessia Pifferi a destra la sua avvocata Alessia Pontenani
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"Ho appena consolato Alessia Pifferi che piangeva". Parla l'avvocata della difesa Alessia Pontenani pochi minuti dopo che i giudici della Corte d'Assise si sono espressi con una sentenza all'ergastolo. In primo grado l'imputata è stata ritenuta colpevole della morte della figlia Diana di 18 mesi: Alessia Pifferi l'ha abbandonata in casa da sola per giorni provocandone la morte per stenti. Secondo i giudici c'era quindi la volontà di uccidere confermando quindi la tesi del pubblico ministero Francesco De Tommasi. Mentre l'avvocata difensore aveva chiesto l'assoluzioni e la semi infermità mentale.

I giudici della Corte d'Assise hanno escluso l'aggravante della premeditazione contestata dall'accusa. I giudici l’hanno previsto inoltre per l'imputata due anni di sorveglianza speciale, con provvisionali in denaro di 20mila e 50mila rispettivamente per la sorella e per la madre.

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Il pm dopo la sentenza: "La Corte ha dato giustizia a Diana"

"È una sentenza giusta, una prima tappa per l'accertamento della verità. Ci ho creduto sempre e con questo verdetto hanno riportato al centro del processo la vittima", ha detto il pubblico ministero dopo la condanna. Il procuratore poi ha aggiunto: "Ringrazio questa corte per aver dato giustizia alla piccola Diana".

L'avvocata: "Sentenza già scritta"

Non ci sta invece la difesa che è detta pronta a fare ricorso in appello, poi l'avvocata ha precisato: "Sentenza già scritta". Durante l'arringa l'avvocata ha esordito dicendo che "Alessia Pifferi è cresciuta nell’incuria e nell’abbandono". Spiega come sua madre, la signora Assandri, a cui Pifferi era legatissima, avesse dovuto portare la figlia dalla "neuropsichiatra infantile ancora quando andava all’asilo". E ancora: "Una bambina così desiderosa di affetto da diventare pericolosa. E questo ve lo posso confermare io stessa: Alessia pifferi si è tanto attaccata a me perché probabilmente le sto dando l’affetto che non ha mai avuto". L'avvocata ha chiesto l'assoluzione sottolineando che non ci fosse volontà.

Nell'udienza del 12 aprile in una dichiarazione spontanea davanti ai giudici Alessia Pifferi aveva tenuto a precisare: "Non è facile parlare qui oggi perché è una cosa dolorosa. Io sto già pagando il mio ergastolo per aver perso la mia bambina. Voglio ribadire davanti a tutta Italia che io non ho mai pensato, mai premeditato, che potesse accadere una cosa così orribile a mia figlia. Non mi è mai balzato per la testa di ammazzare mia figlia, assolutamente signor giudice". Oggi lunedì 13 maggio è arrivata la sentenza di primo grado che l'ha condannata all'ergastolo.

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