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L’avvocato di Viviana Pifferi: “I disturbi di Alessia? Solo per decidere di far vivere o morire la figlia”

L’avvocato di Viviana Pifferi commenta con Fanpage.it la testimonianza di Alessia durante l’ultima udienza in tribunale e le perizie presentate dalla difesa della donna accusata dell’omicidio della figlia Diana. “Noi – dice Emanuele De Mitri – rispettiamo le consulenze degli psichiatri, ma la Pifferi ha avuto solo difficoltà a scegliere se decidere di far vivere o di far morire la figlia”.
A cura di Giorgia Venturini
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Nell'udienza di ieri martedì 19 settembre lo psichiatra che ha visitato Alessia Pifferi, la donna in carcere con l'accusa di aver abbandonato la figlia di 18 mesi per sei giorni da sola in casa provocandone la morte di stenti, ha parlato di un disturbo dello sviluppo intellettivo a livello moderato. Lo psichiatra ha spiegato che questa patologia può avere "sia origini genetiche e fisiche sia ambientali. Ha ripercussioni su tutte le funzioni psichiche, compresa quella affettiva".

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Per il medico "Alessia Pifferi fa fatica a riconoscere le esperienze e i sentimenti delle altre persone, compresa la sofferenza di sua figlia". Per la sua avvocata Alessia Pontenani, intervistata da Fanpage.it, Alessia Pifferi non era in grado di stare da sola: "È brutto da dire ma in carcere sta meglio forse di come stava quando era a casa da sola". Ma come stava Alessia Pifferi prima di essere arrestata con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato?

Le parole dell'avvocato della sorella di Alessia Pifferi

Sulle parole dello psichiatra ha commentato così l'avvocato Emanuele De Mitri, il legale della sorella dell'imputata, Viviana Pifferi. L'avvocato a Fanpage.it ha tenuto a precisare che prima dell'arresto non c'era alcun "sintomo" riconducibile al disturbo di cui ha parlato in aula lo psichiatra Marco Garbarini: "Questo disturbo è venuto fuori solo dopo che Alessia Pifferi ha ucciso la bambina".

"Ieri – ha continuato – si è parlato di una compromissione delle capacità cognitive e intellettuali che avrebbe portato a una difficoltà di adattamento e di scelta delle decisioni della vita. Noi rispettiamo le consulenze degli psichiatri, ma la Pifferi ha avuto solo difficoltà a scegliere se decidere di far vivere o di far morire la figlia. Se tornare a casa dalla figlia o no. Per tutte le altre scelte di vita, non ci sono state difficoltà".

E poi l'avvocato aggiunge: "La difficoltà di stare da sola è subentrata soltanto dopo la morte della bambina. Prima no: nessuno l'ha abbandonata, né il marito, né la madre e né la sorella. Alessia Pifferi aveva deciso di vivere da sola con la bambina".

Cosa ha spiegato lo psichiatra in Tribunale

Non è dello stesso parere l'avvocato difensore che poche ore dopo l'udienza ha precisato a Fanpage.it: "In aula è stato sentito il nostro consulente, il dottor Marco Garbarini, che le aveva somministrato degli altri test: le macchie di Rorschach e un test Tat, in cui si fanno vedere delle immagini al paziente e lui deve raccontare una storia. In base a questi esami, Garbarini, coadiuvato dalla dottoressa Quadri, ha confermato il deficit intellettivo, nel senso che lei ha proprio un ritardo mentale".

Durante la deposizione in tribunale di Alessia Pifferi – continua l'avvocata – "si è capito chiaramente che lei è sempre stata con qualcuno: prima col papà e con la mamma, poi col marito, poi di nuovo con la mamma, poi col compagno. Nel momento in cui è rimasta sola non è più riuscita a gestire la situazione, ed è successo quello che è successo".

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