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L’avvocato di Felice Maniero, condannato per maltrattamenti sulla compagna: “Facciamo ricorso”

“Abbiamo contestato la ricostruzione dei fatti alla luce della testimonianza della figlia della coppia”. Così l’avvocato di Felice Maniero, l’ex boss della “Mala del Brenta”, condannato a quattro anni di carcere per maltrattamenti sulla compagna. Il pubblico ministero, al contrario, aveva chiesto che gli venissero dati 6 anni e 8 mesi.
A cura di Filippo M. Capra
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Luca Broli, avvocato di Felice Maniero, ex boss della "Mala del Brenta", ha annunciato che presenterà ricorso contro la condanna del suo assistito a quattro anni di galera per maltrattamenti sulla compagna, Marta Bisello. Il legale di Maniero ha dichiarato che "abbiamo contestato la ricostruzione dei fatti alla luce della testimonianza della figlia della coppia". Al momento, l'ex capo criminale del Brenta si trova nella casa circondariale di Sollicciano, in provincia di Firenze, dove è arrivato dal carcere di Voghera.

Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 6 anni e 8 mesi

La sentenza della sua condanna era arrivata lo scorso 4 giugno, quando è stato riconosciuto colpevole di aver sottoposto a violenze fisiche e psicologiche la sua storica compagna, madre di sua figlia, con cui è stato per 26 anni. Il pubblico ministero di Brescia Lorena Ghibaudo aveva chiesto una condanna a 6 anni e 8 mesi. Maniero nell'ultima udienza ha rinunciato a collegarsi dal carcere di Voghera, dove si trova recluso dallo scorso ottobre,  adducendo "motivi di salute". Il giudice ha rinviato la lettura della sentenza disponendo una verifica in carcere delle condizioni dell'ex boss della mala del Brenta. "Sintomatologia pretestuosa", ha stabilito il medico ed è quindi stato emesso il verdetto. "Faccia d'Angelo", aveva seguito il processo dal carcere di Voghera. Maniero, che oggi ha 66 anni, sembrava essersi messo alle spalle un certo passato: ma lo scorso ottobre dopo nove anni di libertà in cui si era ricostruito una vita a Brescia, l'ex boss era stato arrestato per aver maltrattato la compagna, secondo il giudice per le indagini preliminari costretta a subire "violenze fisiche e verbali diventate ormai quotidiane".

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